A chi vendono gli esercenti italiani dotati di piattaforme per l’e-commerce? L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 ha accelerato la vendita online? Sono alcune delle domande che Digital Coach, scuola di formazione professionale specializzata nel digital marketing, ha posto a 232 professionisti dell’e-commerce.
Il primo dato interessante emerso dall’indagine (qui i risultati completi) è che la Russia è il mercato estero preferito dal 60% degli intervistati, seguita dal resto d’Europa con il 58%. La differenza è minima, ma il dato è invece particolarmente significativo per comprendere l’interesse dei russi per i prodotti made in Italy. Solamente al terzo posto gli Stati Uniti, con il 28%. Da evidenziare che il 37% dei soggetti si rivolge a un mercato esclusivamente nostrano.
Oltre l’80% degli acquisti online è via smartphone
Nell’indagine, a cui hanno preso parte manager, freelance e vari addetti specializzati nell’e-commerce, per la maggior parte appartenenti ad aziende proprietarie di un negozio online, ha evidenziato che l’81% degli utenti effettua acquisti tramite uno smartphone, a cui va aggiunto un ulteriore punto percentuale per i tablet. Evidentemente la scelta di Google di alcuni anni fa di premiare il Mobile-first, con appositi indicizzazioni e ranking, è stata lungimirante, visto che, nonostante nell’ultimo anno si sia vissuto molto a casa, le persone hanno acquistato prevalentemente da dispositivi mobili. Questo dato è anche supportato dal fatto che quasi totalità degli esperti (96,9%) afferma di avere un un sito e-commerce consultabile con un sito responsive (90,9%) o tramite app (6%).
Nel lockdown spinta alle vendite per chi aveva già una vetrina online
Un altro dato molto interessante è quello che mette in evidenza che l’attività di commercio elettronico era già esistente prima dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19: l’81% degli intervistati infatti dichiara che i negozi online erano già attivi prima di febbraio 2020. Evidentemente l’infrastruttura tecnologica era già in piedi ma con meno mercato, tanto che dopo il primo lockdown, c’è stato un incremento sia delle vendite sia del numero e della tipologia dei prodotti distribuiti.
“I risultati della ricerca mettono in evidenza che l’e-commerce in Italia ha avuto una forte spinta nell’ultimo anno soprattutto in termini di vendita, ma non di infrastruttura in quanto era già preesistente – sottolinea Luca Papa, digital marketing manager di Digital Coach –Altro dato importante è che i relativi gestori dovranno migliorarsi sul digital marketing, perché solo il 10% dedica oltre il 25% del fatturato investendolo in tale area, che invece è quella che gli permetterà di fare la differenza anche nel futuro, ovviamente con la dovuta formazione”.
Il seo spinge la promozione, a seguire la pubblicità sui social media
A livello di marketing, l’indagine sottolinea che la forma principale di promozione è il seo, quindi l’ottimizzazione dei contenuti affinché siano rintracciabili facilmente nelle ricerche sul web, seguita dalla pubblicità nei social media come Facebook e Instagram, piattaforme utilizzate anche per la possibilità di essere shoppable. Si difende molto bene anche l’e-mail marketing, che è anche la principale strategia utilizzata per sollecitare il recupero di carrelli abbandonati.
Amazon & co utilizzati dal 50% degli e-retailer
I vari Amazon, eBay e gli altri marketplace non stanno di certo a guardare, tanto che la piattaforma di Jeff Bezos è utilizzata da oltre il 50% delle aziende che hanno un proprio e-store, seguita da eBay con il 23,7%. Il 36,2% dichiara di non avere supporto dai vari marketplace.