A pochi giorni dal debuto sui listini Deliveroo rivede il range del prezzo di vendita del titolo dopo essere finita nel mirino (con tutte le società del food delivery) sui diritti dei rider. L’Ipo della società londinese si terrà sulla London Stock Exchange il 7 aprile con un prezzo delle azioni nella forchetta tra 3,90 e 4,10 sterline, pari a una valutazione di mercato di 7,6-7,85 miliardi di sterline. Il range precedentemente annunciato partiva da 3,90 sterline per arrivare a 4,60 con una capitalizzazione fra 7,6 e 8,8 miliardi di sterline.
“Deliveroo ha ricevuto una domanda molto forte dagli investitori istituzionali di tutto il mondo” ma “date le condizioni di mercato globali instabili”, ha scelto di essere “responsabile nella scelta del prezzo”, mantenendosi nella parte bassa della forchetta come punto di ingresso per “massimizzare il valore di lungo termine per i nostro nuovi investitori istituzionali e retail”, ha spiegato un portavoce dell’azienda.
Pesa la questione rider
Reuters riporta che nei giorni passati la domanda dagli investitori è stata superiore all’intero valore dell’offerta pubblica iniziale: le banche sottoscrittrici hanno affermato che le prenotazioni sono state coperte sull’intero range di prezzo (3,90-4,60 sterline per share).
Tuttavia alcuni investitori ha espresso la propria preoccupazione sulla questione irrisolta del contratto di lavoro dei rider: il sindacato Independent worker’s union for Great Britain ha sottolineato che alcuni dei rider di Deliveroo guadagnano meno di 2 sterline l’ora, mentre il fondatore e ceo Will Shu potrebbe mettere in tasca 530 milioni di sterline grazie all’Ipo.
Proprio la struttura di proprietà e controllo dell’azienda costituisce un ulteriore freno per gli investitori: Shu ha più del 50% dei diritti di voto e li potrà mantenere perché Deliveroo ha scelto di quotarsi come azienda con azioni dual-class. Ciò le esclude dagli indici Ftse ma permette a Shu di mantenere intatti i suoi diritti.