LA RETTIFICA

Fabrizio Bona (Bip Mobile): “Mai lesi i diritti di nessuno”

Tramite i suoi avvocati il manager risponde a Bip Business Integration Partners che ha diffidato il manager dall’utilizzare il marchio “Bip” per il nuovo Mvno

Pubblicato il 03 Ago 2012

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Fabrizio Bona, fondatore di Bip Mobile, Mvno che sbarcherà sul mercato il prossimo autunno, respinge le accuse di Bip Business Integration Partners, società di consulenza nel settore delle Tlc, legittima titolare del marchio “Bip”, che diffida l’ex manager di Tim, Wind e Vodafone, ad utilizzare il brand. In una lettera inviata al Corriere delle Comunicazioni, i suoi avvocati spiegano che “Fabrizio Bona non ha mai violato di diritto di nessno”.

Ecco di seguito il testo della lettera:

Spettabile Redazione,
la presente in nome e per conto della nostra Assistita BIP Mobile S.r.l. (nel seguito, “BIP”) per significare quanto segue.
L’articolo di cui in oggetto (l’“Articolo”), pubblicato sul periodico online da Voi redatto, è di contenuto severamente pregiudizievole per la nostra Cliente.
In particolare, oltre ad integrare in astratto la fattispecie aggravata di cui all’art. 595 c.p., le dichiarazioni dell’autore dell’Articolo, così come il virgolettato attribuito ad una intervista con il Sig. Fabio Troiani, Amministratore Delegato di Business Integration Partners S.p.A., appaiono gravemente lesive degli interessi commerciali ed imprenditoriali di BIP.
Il testo qui in censura fa riferimento a violazioni della proprietà industriale di Business Integration Partners S.p.A. che, secondo l’Articolo, sarebbero state perpetrate scientemente da parte del Sig. Fabrizio Bona, con l’intenzione di ledere gli interessi della società mandante dell’intervistato. Affermazioni, queste, false.
Naturalmente ci riserviamo di tutelare i diritti dei nostri assistiti con ogni strumento giudiziale ritenuto opportuno e necessario, nei confronti di tutti i soggetti che le Autorità competenti riterranno responsabili per le condotte assunte e per i danni subiti e subendi.
Inoltre, in ossequio all’art. 8 della Legge 8 febbraio 1949, n. 47, s.m.i., riportiamo qui di seguito fra virgolette il testo della rettifica che vorrete pubblicare con le medesime modalità ed il medesimo risalto con cui avete pubblicato l’Articolo, entro 2 (due) giorni dal ricevimento della presente richiesta:
“La BIP Mobile S.r.l., in persona del Dott. Fabrizio Bona, in relazione all’articolo di stampa pubblicato sul Corriere delle Comunicazioni online del 24 luglio 2012, titolato “Bip Business diffida Fabrizio Bona” a firma di Paolo Anastasio, ove sono riportate, secondo una ricostruzione priva di riscontro oggettivo alcuno, affermazioni circa la presunta dolosa violazione dei segni distintivi di Business Integration Partners S.p.A. da parte della scrivente società, chiarisce che nessuna lesione dei diritti di privativa di quest’ultima ha mai avuto luogo ad opera della scrivente.

BIP è una start-up vocazionalmente orientata all’erogazione al pubblico di servizi di comunicazione mobile, debitamente autorizzata quale operatore di comunicazioni dal competente Ministero dello Sviluppo Economico. BIP offrirà i propri servizi ad utenti consumer e business in qualità di operatore mobile “ESP”. Il mercato di riferimento di BIP è, pertanto, completamente distinto da quello di Business Integration Partners S.p.A., che infatti (i) non è un operatore di comunicazioni autorizzato, (ii) rivolge la propria attività, per stessa affermazione dell’Amministratore Delegato, prevalentemente ad operatori di comunicazioni, (iii) non eroga alcun servizio al pubblico e (iv) non impiega né diffonde la propria denominazione sociale in associazione ad alcuna campagna pubblicitaria ed a nessun servizio rivolti al pubblico. Evidentemente, quindi, non può essere ascritta a BIP alcuna violazione di altrui diritti di privativa.


Spiace, inoltre, che si sia fatto uso del mezzo della stampa per lamentare coram populo una (solo) presunta violazione invero mai prima contestata alla scrivente, peraltro artatamente inducendo il lettore a rilevare un atteggiamento doloso da parte del Dott. Fabrizio Bona, asseritamente teso ad avvantaggiarsi ingiustamente della penetrazione commerciale del marchio di Business Integration Partners S.p.A.. Nulla è più lontano dalla verità, come è immediatamente comprensibile stante la sostanziale differenza fra le attività svolte dalle due società in questione e considerata anche la totale mancanza di rinomanza fra il pubblico consumer del marchio di Business Integration Partners S.p.A..


BIP Mobile S.r.l. si riserva, per il tenore delle dichiarazioni riportate nell’articolo di cui trattasi, di attivare ogni opportuna tutela giurisdizionale dei propri diritti lesi a causa della pubblicazione qui rettificata, per il tramite dei propri legali Avv.ti Fabrizio Cugia di Sant’Orsola e Mitchell Broner Squire”.
Ove nei 2 (due) giorni successivi al ricevimento della presente non venga pubblicato il testo di cui sopra, provvederemo a ricorrere giudizialmente per ottenere forzatamente la tutela prevista dall’art. 8 sopra citato.
Ferma la responsabilità civile per quanto accaduto e per i diritti lesi, ci riserviamo altresì azione tesa al risarcimento del danno avverso i destinatari della presente, quali responsabili in ossequio alla vigente normativa nazionale.
Valga la presente ad ogni effetto di legge.

Distintamente,
Avv. Fabrizio Cugia di Sant’Orsola
Avv. Mitchell Broner Squire

Pubblichiamo la lettera di Bip Mobile srl perché dà l’idea del confronto in atto. Gli avvocati di Bona non avrebbero però dovuto rivolgersi al Corriere delle Comunicazioni, ma a Bip Business di cui, come nostro dovere di fare informazione, ci siamo limitati a riportare le reazioni seguite all’annuncio della nuova iniziativa telefonica. Una guerra di brevetti come molte altre, in cui i protagonisti spiegano le loro ragioni. Così come abbiamo raccontato la nuova avventura imprenditoriale di Bona nel nostro sito in un precedente articolo del 19 luglio e così come saremmo stati disponibili a raccoglierne le reazioni alle affermazioni di Bip Business. Bip Mobile si è però fatta viva solo con la minacciosa lettera di rettifica che pubblichiamo qui sopra. Non comprendiamo una simile reazione, per noi sopra le righe e ingiustificata, almeno nei confronti del nostro lavoro di giornalisti. Per una società telefonica, sbagliare indirizzo non è un buon inizio. G.C.

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