L'INIZIATIVA

Smart city, ecco il database nazionale targato Utilitalia: 138 i progetti in campo

La Federazione delle utilities italiane censisce le migliori pratiche di trasformazione urbana: focus sul controllo delle reti idriche tramite droni e smart meter, assistenti virtuali in grado di informare gli utenti via chat e applicazioni con sistemi di intelligenza artificiale

Pubblicato il 06 Apr 2021

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Controllo delle reti idriche tramite droni e sensori, assistenti virtuali in grado di informare gli utenti via chat, applicazioni con sistemi di intelligenza artificiale. E ancora carburante rinnovabile dai rifiuti organici e micro-alghe per “curare” biologicamente l’acqua. Sono solo alcune delle esperienze racchiuse in “Utili all’Italia”, la banca dati che contiene i risultati del secondo censimento delle migliori pratiche nei servizi pubblici realizzato da Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche.

Si tratta di un database gratuito che contiene una mappa dei migliori progetti realizzati negli ultimi tre anni dalle utilites e potenzialmente replicabili in altre parti del territorio, colmando differenze spesso esistenti tra le diverse aree del Paese. Già dalla sua prima edizione, il censimento è diventato un importante punto di riferimento per le amministrazioni locali, per la politica e per gli esperti di acqua energia e rifiuti chiamati a fare scelte e progetti per lo sviluppo dei territori.

Questa edizione contribuisce così a disegnare le città del futuro presentando 138 progetti operativi, dei quali 37 dedicati alla tutela delle risorse ambientali, 28 all’innovazione tecnologica, 27 alla responsabilità sociale per le comunità e 14 alla valorizzazione del capitale umano.

Per quanto riguarda l’innovazione tecnologica, spiccano i sistemi di telecontrollo delle reti idriche e delle fognature grazie ai sensori Internet of Things georiferiti e autoconfigurati, l’utilizzo di droni per attività di tutela ambientale e supporto alla gestione del sistema acquedottistico e i distretti delle reti dell’acqua, tramite l’installazione di misuratori di portate e pressioni, di centraline di trasmissione dei dati e di valvole di regolazione e riduzione della pressione.

Gli smart meter vengono ormai ampiamente utilizzati per la gestione dei flussi nella rete di distribuzione dell’acqua e, nel caso del gas, per proteggere gli utenti a fronte di fuoriuscite, anomalie e terremoti. È partito anche un progetto per la realizzazione di un prototipo di foto-bio-reattore contenente micro-alghe ed alimentato da fanghi di depurazione per testare la possibilità di produrre olio vegetale da sfruttare ai fini energetici; e a proposito di rifiuti, è stato creato un mini-impianto di compostaggio dotato di una tecnologia innovativa che trasforma direttamente sul posto gli scarti umidi in compost.

Al contempo, in un impianto pilota si sta sperimentando una tecnologia innovativa di chiari-flocculazione accelerata con dosaggio di carbone attivo in polvere, per la rimozione dall’acqua dei micro-inquinanti emergenti come prodotti farmaceutici, prodotti per la cura della persona e metalli.

Sul fronte energetico, sono stati testati in una microgrid il comportamento e la gestione di comunità energetiche flessibili dove il consumatore è anche produttore di energia ed è possibile scambiare energia tra cittadini, aumentando l’autoconsumo e la flessibilità della rete. Dalle buone pratiche relative alla responsabilità sociale per le comunità emergono diversi progetti destinati a garantire l’accesso universale ai servizi e alla formazione ed educazione dei cittadini e delle future generazioni. È il caso di un processo partecipativo per coinvolgere la cittadinanza in un percorso di dibattito pubblico sul progetto di simbiosi industriale che unirà il termovalorizzatore di Sesto San Giovanni (Verona) e il depuratore, trasformandoli in una biopiattaforma. Oppure di un assistente virtuale che comunica con gli utenti all’interno di chat, e di applicazioni specificamente pensate per persone con disabilità.

Sulla tutela delle risorse ambientali si è quindi concentrato il maggior numero di progetti. Tra questi la trasformazione degli impianti di depurazione in vere e proprie bioraffinerie, all’interno delle quali sviluppare filiere di gestione dei fanghi e di produzione orientate al recupero delle cosiddette materie prime seconde, come il biometano, i fertilizzanti e lo zolfo. Oppure la chiusura del ciclo virtuoso dei rifiuti organici che, avviati a riciclo grazie all’impegno dei cittadini e alla raccolta differenziata, vengono restituiti alla comunità come carburante rinnovabile e come ammendante per i terreni agricoli. E ancora il primo Piano italiano di sicurezza delle acque per la dissalazione, la lotta al dissesto idrogeologico per proteggere i territori dalle “bombe d’acqua”, la fitorimediazione per il trattamento del percolato di discarica e la certificazione degli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2, con l’approvazione di Science Based Target initiative (SBTi) che allineano i target di decarbonizzazione agli impegni assunti con l’Accordo sul clima di Parigi.

Molti i progetti di formazione ed educazione ambientale dedicati alle scuole, incentrati sul ciclo dell’acqua, sulla valorizzazione dei rifiuti e sulla sostenibilità, mentre attraverso l’installazione di una piscina gonfiabile di 40 metri quadrati riempita con 16.500 bottigliette di plastica è stata aumentata nei cittadini la consapevolezza sull’inquinamento causato dalle bottiglie usa e getta. Un impianto per il trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici ha preso inoltre vita all’interno di un carcere di Milano, per promuovere l’inclusione socio-lavorativa di persone svantaggiate.

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