LE NOMINE AL MISE

Giorgetti assegna le deleghe: ad Anna Ascani le Tlc, la banda ultralarga e il digitale

Firmato oggi il provvedimento che affida le competenze: l’innovazione nelle mani della sottosegretaria. Alla viceministra Alessandra Todde le smart city e le crisi aziendali mentre il viceministro Gilberto Pichetto Fratin si occuperà delle politiche industriali. Il ministro: “Clima positivo, costruttivo e di piena collaborazione”

Pubblicato il 09 Apr 2021

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Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha firmato oggi le deleghe ai viceministri e alla sottosegretaria. In particolare alla sottosegretaria Anna Ascani è stata affidata la delega sulla banda ultralarga, le telecomunicazioni, il digitale.

Sulla strategia per la banda ultralarga il Mise è pronto a collaborare con il ministro della Transizione digitale, Vittorio Colao, che ha annunciato l’impegno del governo “a consegnare un piano Banda ultra larga entro l’estate perché il Paese sappia dove andare”, invocando principi quali “celerità, neutralità e concorrenza”.

Alla viceministra Alessandra Todde sono delegate le azioni sulle smart city e le crisi aziendali mentre il viceministro Gilberto Pichetto Fratin si occuperà delle politiche industriali e delle piccole e medie imprese, Made in Italy, commercio, concorrenza, consumatori, lotta alla contraffazione.

Giorgetti si riserva in tutte le materie l’attività normativa,  l’individuazione delle priorità, nomine, piani e programma e tutte le decisioni di particolare importanza. Da Giorgetti l’augurio di buon lavoro ai viceministri e alla sottosegretaria con i quali – dichiara, “c’è già un clima positivo, costruttivo e di piena collaborazione”.

Le linee guida di Giorgetti

Regolamentare l’e-commerce. Nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti in audizione alle commissioni riunite Attività produttive di Camera e Senato sulle linee programmatiche del suo dicastero ha acceso i riflettori sulla diffusione del commercio online e sull’impatto che ha sulle città e sulla socialità.
“Per quanto riguarda il settore del commercio duramente colpito dalla pandemia ed in gravissime difficoltà – ha sottolineato il ministro – occorre procedere secondo una logica complessiva che consideri tutti i profili, a partire da una valutazione dell’impatto di una ulteriore prevedibile crescita del commercio online“.

“La prospettiva di un più intenso utilizzo del commercio online su cui attualmente il nostro Paese registra un ritardo rispetto ai maggiori partner – ha aggiunto – rischia di tradursi nello svuotamento dei centri urbani con la perdita di una rete di esercizi che svolgono una funzione di tenuta complessiva anche dal punto di vista della vivibilità e della fruizione degli spazi pubblici. Le città, e soprattutto i centri di minore dimensioni, senza esercizi pubblici sarebbero privati non solo di servizi immediatamente disponibili, ma anche di occasioni di socialità e risulterebbero inevitabilmente più tristi e brutti. Anche in questo caso, dovremmo ragionare ed intervenire per tempo prima che la situazione sia tanto deteriorata da risultare irrecuperabile”.

Giorgetti ha infatti evidenziato le criticità nel nostro Paese sugli incentivi. “Le politiche pubbliche hanno oscillato, spesso in maniera contraddittoria e incoerente, tra la dispersione di interventi di sostegno ‘a pioggia’ e scelte dettate da una insufficiente istruttoria fondata sull’analisi delle condizioni e delle compatibilità più generali – ha spiegato – La stessa strategia Industria 4.0, così come in precedenza alcuni dei crediti di imposta, sono stati di fatto rimesse alle scelte discrezionali delle singole imprese“.

“Si tratta allora – ha proseguito – di non tanto riportare alla sfera pubblica una parte degli assetti produttivi nazionali quanto di collocare la scelta degli strumenti di intervento in una cornice che valuti, sulla base dell’esperienza pratica, l’utilità di ciascuno di essi, i potenziali progressi conseguibili con alcuni correttivi e il rilievo che possono assumere con riferimento alle priorità che si intendono conseguire”.

Transizione digitale ed ecologica, rivedere le norme sugli aiuti di Stato

Per accelerare sulle strategie di transizione ecologica e digitale serve innovare l’impianto normativo sugli aiuti di Stato. “L’Italia dovrà partecipare attivamente alla discussione, in ambito europeo – ha detto – per la revisione della normativa in materia di aiuti di Stato per rimuovere una serie di vincoli e limitazioni che potevano giustificarsi nella fase di costruzione del mercato interno ma che risultano oggi anacronistici se non autolesionistici quando si tratta di fronteggiare la concorrenza delle economie emergenti”.

“Verifichiamo quotidianamente le difficoltà derivanti da una disciplina troppo minuziosa in materia di aiuti di Stato a danno delle possibilità di porre in essere interventi, anche a carattere temporaneo, per sostenere imprese in difficoltà che tuttavia possono ancora riprendersi avvalendosi di un prestito ovvero di garanzie pubbliche”

“Abbiamo apportato alla bozza iniziale del Piano nazionale alcune modifiche e integrazioni – prosegue -, per la parte di competenza del Mise, in una logica che cerca di coniugare gli obiettivi indicati a livello europeo, della promozione della digitalizzazione e della transizione ecologica, con la realtà del tessuto produttivo nazionale in modo da collocare una parte più consistente di imprese alla frontiera tecnologica”.

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