BANDA ULTRALARGA

Etno: Nga, aiuti di stato solo nelle aree svantaggiate

Per l’associazione l’utilizzo di fondi pubblici è utile nei casi in cui i piani di investimento privati non siano sufficienti. “Neutralità tecnologica sia la base delle politiche europee”

Pubblicato il 04 Set 2012

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Il finanziamento pubblico alla banda larga dovrebbe rigurdare le aree scarsamente servite, per evitare di “spiazzare” la concorrenza degli investimenti privati ​​mentre il principio di neutralità tecnologica deve essere la base delle future politiche europee sugli aiuti. Con queste parole Etno ha espresso preoccupazione sull’orientamento della Commissione europea per l’utilizzo degli aiuti di Stato in quelle aree in cui le reti Nga esistenti o previste non raggiungano le abitazioni degli utenti

Secondo Etno gli aiuti di Stato dovrebbero favorire la neutralità tecnologica e sostenere la scelta del mercato della tecnologia e dei servizi più appropriati ed efficienti per raggiungere gli obiettivi della Digital Agenda”. On questo modo l’associazione manifesta apprezzamento per la recente affermazione del Commissario Ue per l’Agenda Digitale, Neelie Kroes, sulla necessità un approccio regolamentare per le reti Nga in cui il roll-out sarà raggiunto attraverso un mix di tecnologie di accesso differenti, cablate o wireless.

La concorrenza tra le reti Ftth finanziate pubblicamente e quelle Nga finanziate da privati avrebbe un impatto importante sui piani di investimento degli operatori, dal momento che lo sviluppo di reti broadband alta velocità può avvenire gradualmente, a diversi livelli della rete, soddisfacendo la domanda dei consumatori che cambia – spiega il presidente del board dell’Etno, Luigi Gambardella – Le norme e le misure sugli aiuti di Stato dovrebbero concentrarsi sulla copertura delle aree nelle quali non ci siano piani di investimento privati ​​a causa della scarsa redditività” .

Gli operatori Smp (quelli un market share superiore al 25% ndr) che già offrono servizi di accesso all’ingrosso attraverso la regolamentazione specifica del settore, non dovrebbero inoltre – secondo Etno – essere obbligati a fornire una più ampia gamma di prodotti di accesso all’ingrosso solo perché ricevono aiuti in una zona del paese. Infatti, l’obiettivo degli obblighi di open access è lo stesso quando tali obblighi vengano imposti alle imprese Smp o ai beneficiari di aiuti. Secondo Etno imporre obblighi sproporzionati aumenterebbe i costi degli investimenti e quindi la quantità di aiuti necessari.

L’associazione ritiene che l’analisi dei piani d’investimento per lo sviluppo del broadband dovrebbe coprire almeno 5 anni e non solo 3 anni come proposto dalla Commissione europea.

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