RIFORMA FORNERO

Huawei vs Cisl: “Nessun licenziamento”

Scontro tra il sindacato che denuncia il primo caso di applicazione nelle Tlc di licenziamento per motivi economici a seguito della riforma Fornero. L’azienda cinese: “Avviata la normale procedura di conciliazione”. Serao (Cistel): “Dichiarazioni false”

Pubblicato il 05 Set 2012

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Huawei non ha comunicato alcun licenziamento. La società smentisce una nota le dichiarazioni con cui questa mattina Giorgio Serao della Fistel Cisl aveva annunciato un licenziamento di una lavoratrice per motivi economici. “L’azienda non ha, ad oggi, al contrario di quanto asserisce Serao -si legge – comunicato alcun licenziamento alla lavoratrice, avendo semmai avviato la normale procedura di conciliazione prevista dal nuovo art. 7 della legge n. 604/66, finalizzata a favorire la risoluzione consensuale del rapporto e a incentivare l’esodo della lavoratrice”.

“Siamo molto sorpresi dalla presa di posizione di Serao in riferimento a singoli casi – prosegue la nota – riteniamo che la rezione sia incomprensibile trattandosi di una procedura perfettamente legittima, seppur dolorosa, che si inserisce all’interno della riorganizzazione di una singola divisione”.

“I toni violenti della dichiarazione di Serao rappresentano una grave rottura rispetto alla relazione costruttiva e serena finora avuta da Huawei con la Fistel-Cisl, come con tutte le altre organizzazioni sindacali – conclude Huawei – L’azienda ribadisce, in ogni caso, la sua disponibilità ad un sereno confronto, su questo e su altri temi, con chiunque si ponga nei suoi riguardi con correttezza e lealtà”.

Pronta la risposta di Serao. “La smentita di Huawei di non aver proceduto al licenziamento di una lavoratrice e’ un colpo di teatro. La Società di telecomunicazioni ha confermato di aver inviato una lettera di procedura conciliativa per licenziamento della lavoratrice presso la Direzione Territoriale del Lavoro di Roma, per poi arrampicarsi sugli specchi affermando di non aver licenziato nessuno”.

“La procedura di conciliazione è una prassi necessaria prima di avviare il licenziamento secondo quanto previsto dall’art. 1, comma 40, della legge 28 Giugno del 2012 n° 92 – spiega il sindacalista – Visto che la lavoratrice non ha nessuna intenzione di trovare un accordo economico per l’uscita consensuale, come già comunicato all’azienda per le vie brevi, il procedimento avviato si concretizzerà con il licenziamento, per cui la smentita dell’azienda è falsa e tendenziosa”.

La Fistel – Cisl, invita l’azienda a ritirare la procedura di licenziamento della lavoratrice in quanto resta l’unico atto concreto per smentire la denuncia del sindacato. Il sindacato si riserverà di inviare agli organi di stampa la lettera inviata da Huawei alla lavoratrice e alla Direzione Territoriale del Lavoro di Roma sbugiardando ancora una volta l’Azienda.

Stamattina la Fistel Cisl denunciava il primo licenziamento per motivi economici nel settore delle telecomunicazioni. “La società cinese Huawei Technologies – spiegava Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel – ha comunicato il licenziamento a una lavoratrice. Il provvedimento è di una gravità inaudita perché la ricca Huawei è una società in crescita sia come business, sia come livelli occupazionali nel nostro Paese (ha infatti rilevato le attività e i lavoratori del network di Fastweb) e non può utilizzare la legge Fornero per sbarazzarsi dei lavoratori indesiderati”.

In più, secondo Serao, “la decisione di Huawei è un pericoloso precedente nel settore delle telecomunicazioni dove gran parte delle aziende sta vivendo una difficile crisi industriale e nonostante ciò, insieme al sindacato, sta salvaguardando con accordi i livelli occupazionali in attesa della ripresa del mercato”.

Fistel-Cisl “ha dato piena disponibilità alla lavoratrice per impugnare il licenziamento perché ritiene che nemmeno nella piu’ estensiva interpretazione della legge ricorrono le condizioni per chiudere il rapporto di lavoro”. Per Serao “la decisione di Huawei compromette irrimediabilmente il rapporto relazionale con il sindacato anche per il futuro e questo ci fa ritenere che è un partner pericoloso per le aziende e per i lavoratori del settore”.

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