Motorola Mobility sta per chiudere le sedi in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia e prevede un forte ridimensionamento della presenza anche in Francia, Gran Bretagna e Germania. È quanto risulta al “Corriere delle Comunicazioni” da indiscrezioni sul produttore di dispositivi mobili statunitense acquisito ufficialmente lo scorso maggio da Google. In questo modo l’azienda di telefonia abbandona l’Europa quasi in via definitiva.
Già il 15 agosto 2011 era stata annunciata la vendita di Motorola al colosso dell’informatica per 12,5 miliardi di dollari, specificando che “l’acquisizione era stata approvata all’unanimità dai consigli d’amministrazione delle due aziende” e che, grazie all’acquisizione, Mountain View avrebbe “iniziato a produrre smartphone con marchio Google dotati di sistema operativo Android”.
Perché le parole diventassero fatti sono passati diversi mesi. C’è voluto il disco verde delle autorità antitrust in Usa, Ue e Cina e poi il 22 maggio di quest’anno un comunicato stampa del Ceo di Google, Larry Page, ha confermato l’effettiva acquisizione di Motorola Mobility per 40 dollari per azione. Contestualmente l’amministratore delegato di Motorola Mobility, Sanjay Jha, si è dimesso ed è stato sostituito da Dennis Woodside. “Sono lieto di annunciarvi che l’accordo è chiuso. Motorola è una grande società tecnologica americana. Ho fiducia nella squadra di Motorola: creerà la prossima generazione di cellulari” aveva dichiarato Page.
La notizia aveva immediatamente provocato reazioni non positive tra i circa 19.000 dipendenti della Motorola. Fonti interne avevano riferito ai media di un forte stato di tensione e timori per possibili tagli al personale, considerati i trascorsi di Google. Già nel 2008, con l’acquisizione di DoubleClick, la società di Mountain View aveva effettuato tagli al personale di circa il 40 per cento, una quota significativa tenendo conto che gli occupati da DoubleClick non superavano i 1.600.
Poi, ad agosto 2012, voci riportate da “Bloomberg” e dal “New York Times” riferivano di una prevista riduzione del personale del 20% nello staff di Motorola, aggiungendo che i due terzi dei licenziamenti sarebbero avvenuti fuori dagli Usa. Secondo le stesse fonti, tutto sarebbe dovuto accadere entro poche settimane.
La notizia riportata oggi dal “Corriere delle Comunicazioni” conferma nel dettaglio i rumors e contribuisce a rafforzare l’ipotesi circolata all’indomani dell’acquisizione secondo la quale la vera intenzione del “re” dei motori di ricerca è quella di entrare in possesso del portafoglio brevetti particolarmente ricco di Motorola e del suo know-how. Sarebbe invece del tutto disinteressato al brand e perciò avrebbe intenzione di uscire dai mercati non redditizi e tagliare il numero di telefonini attualmente prodotti da Motorola, che non danno risultati di vendita apprezzabili.