"Quando aumenta la tassazione il risultato è sempre lo
stesso: le risorse sono a favore del settore pubblico e non di
quello privato. Dimenticandosi che ciò produce inevitabilmente un
risultato distorsivo: le imprese investono meno". Non ha dubbi
sulla necessità di riformare il sistema della fiscalità
nazionale, riconoscendo un “premio” alle imprese che più
innovano, il presidente Commissione Finanza del Senato Mario
Baldassarri, presidente del Centro Studi Economia Reale,
intervenuto al convegno di presentazione del Rapporto sul sistema
della fiscalità elaborato dall’Osservatorio di Csit.
“Ogni 100 euro prelevati al settore privato provoca 85 euro di
spesa in meno da parte delle aziende e 15 euro tolti specificamente
agli investimenti”, sottolinea Baldassarri “Il tutto a fronte
di una pubblica amministrazione che per il 97% utilizza le risorse
incamerate per la spesa corrente destinando agli investimenti
appena il 3% dell’introito”. Non solo: il sistema genera un
ulteriore effetto collaterale negativo, quello di una diminuzione
dell’accumulazione di capitale produttivo. L’elevato prelievo
fiscale a carico di aziende che creano sviluppo, fanno innovazione
e contribuiscono in maniera consistente alla generazione del
Prodotto interno lordo stride inoltre, e non poco, con l’elevata
evasione fiscale che si registra in Italia.
“Se nella cornice c’è forte divaricazione fra evasori e
‘tartassati’ – fa notare inoltre il senatore – va da sé che la
situazione si complica e si inasprisce. Anche perché mentre gli
evasori tendono a utilizzare il capitale ‘risparmiato’ in
operazioni di speculazione, spesso immobiliare, che generano
vantaggi del tutto personali, le aziende più pressate dal fisco
diminuiscono il proprio potere di investimento e crescita”. La
crisi economica in atto poi peggiora la situazione e necessita di
una riflessione seria sulla questione. “Il tema è
economico-politico e non meramente fiscale”, dice Baldassari.
“E impatta sull’intero Sistema Italia”. Serve una
soluzione.
Una soluzione che punti a “rivitalizzare il sistema economico
valutando le potenzialità di crescita più vitali del Paese e
agevolando quindi quei comparti produttivi che più meritano di
essere sostenuti per il valore che generano sul mercato e
sull’intera economia”.