Intel ha migliorato l’outlook delle vendite annuali, sulla scorta di una domanda in forte espansione di personal computer, ma le sue previsioni di profitto per il secondo trimestre 2021 non sono state all’altezza delle aspettative degli analisti: la società, come ha confermato il Cfo George Davis, sta investendo molto per riorganizzare le sue operazioni di produzione e raggiungere i concorrenti, come Advanced Micro Devices e Nvidia, che al momento riescono a offrire chip più veloci. Il colosso dei semiconduttori prevede entrate e profitti rettificati per il secondo trimestre rispettivamente di 17,8 miliardi di dollari e 1,05 dollari per azione, con vendite superiori alle stime degli analisti, pari a 17,59 miliardi, ma profitti inferiori alle stime di 1,09 dollari per azione. Il mancato raggiungimento degli obiettivi trimestrali della divisione che si occupa di chip per data center ha dato un ulteriore motivo di preoccupazione agli investitori: le azioni della società sono per questo scese del 3,1% a 60,60 dollari negli scambi fuori orario.
Più nello specifico, nella trimestrale appena pubblicata si legge che le entrate del primo quarter sono state pari a 19,7 miliardi di dollari, in calo dell’1% anno su anno. L’utile per azione è stato di 0,82 dollari. Le vendite di chip per Pc hanno registrato un fatturato di 10,6 miliardi di dollari, superando le aspettative degli analisti censiti da FactSet, che si aspettavano un giro d’affari da 10,17 miliardi. Le previsioni di vendita per il 2021 dunque sono state innalzate, come accennato, a 77 miliardi di dollari, con un utile per azione di 4 dollari.
La strategia di Gelsinger
Parlando con Reuters, Patrick Gelsinger, tornato in Intel come amministratore delegato all’inizio di quest’anno, ha detto che l’azienda ha iniziato a risolvere i suoi problemi di produzione e ha ricordato che a marzo ha annunciato un importante piano di espansione per costruire nuove fabbriche negli Stati Uniti e in Europa. Intel, che è una delle poche società rimaste nel settore dei chip per processori che progetta e produce i propri chip, ha affermato di essere stata in grado di battere i rivali durante una carenza globale di chip proprio grazie alla gestione diretta dei propri stabilimenti. Ma la società ha affermato che la carenza di altri componenti di terze parti necessari per costruire computer completi potrebbe frenare le vendite quest’anno. “Siamo stati in grado di mantenere i nostri impegni con i clienti, ed è quello che ci aspettiamo di fare durante il resto dell’anno”, ha detto Gelsinger. “Se riusciremo a potenziare la nostra catena di fornitura, supereremo la guidance per l’anno in corso e guadagneremo più quote di mercato”.
Ma Angelo Zino, senior equity analyst presso Cfra Research, interpellato da Reuters, è scettico. L’esperto si aspetta che “lo slancio del Pc diminuirà” in seguito alle campagne vaccinali attivate in tutto il mondo e al ritorno dei lavoratori negli uffici.
Intel punta a una riforma dei brevetti
C’è un altro tema con cui Intel si sta scontrando: i risultati trimestrali del gruppo includono un esborso di 2,18 miliardi di dollari che Intel ha dovuto versare a Vlsi Technology, che a marzo ha vinto una causa legale sullo sfruttamento della proprietà intellettuale. Gelsinger ha affermato che la società non sta solo facendo ricorso contro il verdetto, ma sta anche facendo pressione perché vengano introdotte alcune modifiche nella normativa che regola i brevetti statunitensi. “Abbiamo bisogno di una riforma fondamentale dei brevetti. Quindi non solo saremo aggressivi in sede giudiziaria, ma lo saremo ancora di più aggressivi nel promuovere una riforma di questo ambito. Si tratta di un argomento che ho sollevato nelle mie molteplici conversazioni con i funzionari della Casa Bianca quest’anno”, ha chiosato Gelsinger.