Arrivano le nuove regole Iva, che puntano a semplificare gli attuali adempimenti e a ridurre il carico amministrativo per le imprese che effettuano vendite online transnazionali. A partire dal primo luglio, infatti, le imprese europee potranno versare l’Iva online per tutte le vendite ecommerce intracomunitarie tramite un’unica dichiarazione trimestrale, riducendo i costi di conformità fino al 95% e risparmiando ogni anno circa 2,3 miliardi. Le nuove regole sull’Iva per la ‘Taxation and customs union‘ della Commissione europea aiuteranno così a “snellire le procedure di chi vende online” e garantiranno “una maggiore parità di condizioni con le imprese online non comunitarie”, spiegano dalla Direzione generale Fiscalità e unione doganale. Per farlo l’Ue ha messo a punto nuove funzionalità telematiche, attraverso le quali le organizzazioni possono registrarsi e gestire gli adempimenti Iva per tutte le vendite.
Le nuove funzionalità messe a disposizione delle imprese
Lo sportello unico (Oss) per imprese e soggetti passivi, precisa la Commissione europea, è una piattaforma che “può essere usata per dichiarare l’Iva dovuta sui beni e servizi venduti online in tutta l’Ue, riducendo i costi di conformità fino al 95%”.
Allo stesso modo lo sportello unico per l’importazione (Ioss) potrà essere utilizzato per riscuotere, dichiarare e versare l’Iva sulle vendite nell’Ue di beni importati da Paesi al di fuori dell’Ue. Il nuovo sistema dovrebbe far risparmiare alle imprese comunitarie fino a 2,3 miliardi di euro l’anno in costi di conformità. In pratica, per la Commissione, ciò significa che questi fornitori e le interfacce elettroniche possono riscuotere, dichiarare e versare l’Iva direttamente alle autorità fiscali di loro scelta, piuttosto che addebitare l’Iva sulle importazioni al cliente al momento della consegna. Un’operazione che, nelle intenzioni, dovrebbe facilitare la vita delle imprese, ma anche proteggere gli acquirenti online da costi imprevisti.
Una serie di iniziative che puntano a risolvere il divario dell’Iva
Gli obiettivi del nuovo impianto normativo sono molteplici: garantire che l’Iva sia versata nel Paese in cui vengono consumati i beni o forniti i servizi pagati; creare un regime Iva uniforme per le forniture transfrontaliere di merci e servizi; offrire alle imprese un sistema semplice per dichiarare e versare l’Iva dovuta nell’Ue tramite lo sportello unico per l’importazione; introdurre condizioni di parità tra le imprese comunitarie e non comunitarie. Queste regole, secondo l’Unione europea, permetteranno anche di ”risolvere il divario dell’Iva, cioè la differenza tra il gettito previsto e quello effettivamente riscosso da ogni Stato membro”.
Il divario dell’Imposta sul valore aggiunto nell’Ue in termini globali è sceso leggermente di circa un miliardo fino a 140,04 miliardi nel 2018, ma le nuove regole Iva per l’ecommerce ”contribuiranno a ridurlo ulteriormente, così come a realizzare la trasformazione digitale globale a beneficio delle persone fisiche e giuridiche”.
Le imprese avranno come unico interlocutore l’amministrazione fiscale del proprio Stato membro e potranno usare la propria lingua, anche per le vendite transnazionali.
Infine, fa sapere la Commissione, viene abolita l’attuale esenzione Iva sulle forniture in entrata nell’Ue con un valore non superiore a 22 euro. “Benché la maggior parte dei venditori di Paesi al di fuori dell’Ue si comporti correttamente, questa esenzione”, viene spiegato, “ha comunque permesso ad alcuni di dichiarare fraudolentemente un prezzo più basso per i beni ad alto costo, come per esempio gli smartphone, beneficiando dello sgravio e battendo sul prezzo le imprese comunitarie obbligate ad addebitare ai clienti nell’Ue l’intera aliquota Iva sugli stessi prodotti. Eliminando l’esenzione le imprese comunitarie potranno competere in condizioni di maggiore parità. “In breve”, conclude la Direzione generale Fiscalità e unione doganale, “queste nuove regole permetteranno sia alle imprese che ai clienti di utilizzare il commercio elettronico transnazionale in modo più veloce ed efficiente”.