LA STRUTTURA

Cybersecurity, operativo il C-Soc della Polizia di Stato. Lamorgese: “Sicurezza e privacy presidi di democrazia”

Inaugurato a Roma il nuovo centro finanziato da fondi europei per la data protection e l’intervento tempestivo sugli incidenti informatici che coinvolgono le banche dati delle forze dell’ordine

Pubblicato il 27 Apr 2021

HACKER-CYBER

È stato inaugurato a Roma, presso la Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Cyber Security Operations Center (C-Soc). Si tratta di una struttura all’avanguardia, finanziata da fondi europei, per la prevenzione e l’intervento tempestivo sugli incidenti informatici alle banche dati delle forze di polizia, di natura accidentale, naturale o dolosa, a partire naturalmente dagli attacchi hacker.

I sistemi che ruotano intorno al G-Soc

Presso la Direzione centrale della polizia criminale, guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi, è attestata – si legge in una nota – una galassia di sistemi informativi per finalità di polizia, con banche dati come il Sistema informatico interforze Ced-Sdi, il Nue 1 1 2, la Banca Dati del Dna, il Sistema Informativo Shengen Nazionale (Nsis). La funzione del C-Soc, struttura voluta dal Capo della Polizia Lamberto Giannini, è vigilare sulla sicurezza di milioni di informazioni possedute per finalità di polizia (sulle persone, sui documenti, sui veicoli, sulle tracce) siano adeguatamente protette. L’obiettivo è quello di garantire, oltre alla sicurezza del sistema – in termini di riservatezza, integrità e disponibilità – la protezione dei dati personali per evitare la dispersione, secondo il principio di responsabilità introdotto dal Gdpr. Una struttura hardware e software di ultima generazione, che grazie alla formazione mirata di analisti ed operatori appartenenti alle quattro forze di polizia, lavora attraverso protocolli standardizzati perché la reazione all’incidente informatico sia la più tempestiva e risolutiva. Per la sua natura il C-Soc rappresenta una struttura di primo piano nell’architettura di protezione cibernetica nazionale, promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, data la sua funzione di vigilanza su infrastrutture critiche quali le banche dati delle forze di polizia.

Coniugare sicurezza e protezione dei dati personali

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, presente all’inaugurazione, ha sottolineato l’importanza della infrastruttura “destinata ad innalzare i livelli di sicurezza informatica delle banche dati interforze di polizia, in conformità alle più recenti prescrizioni in tema di sicurezza cibernetica: il potenziamento della cyber security è infatti di cruciale importanza al fine di porre in essere efficaci azioni di risposta e di contenimento delle conseguenze in caso di incidenti aventi impatto sulle nostre reti, servizi e sistemi informatici. Sicurezza, privacy e protezione dei dati”, ha aggiunto la titolare del Viminale, “sono presidi di democrazia e libertà che occorre bilanciare attraverso il ricorso al principio della proporzionalità del loro trattamento, rispetto al fine perseguito ed espressamente previsto dalla normativa di riferimento”

Il prefetto Rizzi ha aggiunto che “la sfida del C-Soc è quella di coniugare sicurezza e protezione dei dati personali. Due concetti che anche nel più recente passato venivano considerati inversamente proporzionali, perché si riteneva che a un maggior livello di sicurezza dovesse necessariamente corrispondere una più profonda intrusione nella sfera privata. La filosofia che abbiamo accolto, in linea con la normativa europea e nazionale, è quella della responsabilità, perché ad un più alto livello di sicurezza corrisponda anche un più altro livello di protezione dei dati personali”.

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