Frt e Aeranti-Corallo criticano duramete i bandi emanati dal ministero dello Sviluppo Economico per la riassegnazione delle frequenze in Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Lazio (esclusa la provincia di Viterbo) e Campania.
Secondo le associazioni i bandi “modificano ingiustificatamente i criteri di assegnazione già adottati nei procedimenti relativi ad altre dieci regioni svoltisi dal 2011”, impedendo alle imprese qualsiasi programmazione aziendale.
In particolare i nuovi bandi prevedono che la valutazione del patrimonio netto e dei dipendenti avvenga con riferimento alla sola attività di operatore di rete (che deve essere contabilmente separata rispetto a quella del fornitore di servizi di media audiovisivi) mentre, nella presente fase di transizione, le imprese sono state fino ad oggi considerate, anche in altri provvedimenti normativi, unitariamente con riferimento alla attività di operatore di rete e di fornitore di servizi di media audiovisivi per il marchio ex analogico.
“Vengono inoltre abolite le intese volontarie ai fini delle assegnazioni frequenziali – ricordano Frt e Aeranti-Corallo – e vengono previste intese obbligatorie d’ufficio tra le emittenti che operano su una stessa frequenza nella regione; viene abolita la possibilità di costituire società consortili ai fini dell’assegnazione di un’unica frequenza condivisa; i soggetti che eserciscono reti K-sfn o Mfn, pur partecipando alla procedura con un’unica domanda vengono valutati separatamente per ognuna delle parti isofrequenziali delle reti esercite”.
Il bando relativo alla regione Lombardia sottrae il canale 35 all’emittenza locale che in base alla pianificazione Agcom (delibera n.265/12/Cons) è riservato alle tv locali. Secondo le associazioni “la previsione delle intese a carattere obbligatorio d’ufficio rende assolutamente casuale la possibilità per le emittenti di collocarsi in posizione utile nelle graduatorie e penalizza enormemente tutte le emittenti che operano su frequenze che sono state assegnate solo su una parte limitata del territorio regionale”.
La sottrazione del canale 35 all’emittenza locale in Lombardia ridurrebbe, in contrasto con la pianificazione Agcom, le risorse frequenziali destinate alla stessa emittenza locale in detta regione. “In tale contesto – evidenziano – è probabile che si sviluppi un notevole contenzioso giudiziale, in quanto le tv locali penalizzate dalle scelte ministeriali, ricorreranno avanti il Tar Lazio per far valere le proprie ragioni”.
“Tutto questo – concude la nota – si sta verificando perché la gestione della transizione al digitale nell’ultimo anno non ha tenuto conto, in alcun modo, delle problematiche del settore televisivo locale e degli impatti conseguenti alle scelte operate”.