Realizzazione reti a banda ultralarga e digitalizzazione: il rapporto è strettissimo e imprescindibile. Cesare Avenia, presidente Confindustria Digitale, lo conferma e va anche oltre, mettendo l’accento sul ruolo che le telecomunicazioni rivestono per il sistema Italia: “Il settore tlc soffre, ma resta pur sempre il settore che ha sempre continuato ad investire, consentendo al nostro Paese di procedere nel periodo della pandemia. Certo, nell’emergenza è stato fatto un grande sforzo fatto da parte di tutti, ma questo è stato reso possibile dalla resilienza delle reti: segno che gli operatori hanno investito, e investito bene, perché le infrastrutture hanno retto pur davanti a un calo di fatturato e un aumento di traffico”.
La morale? Le tlc necessitano di “cure”. Di attenzione continua. E non possono essere trascurate in un piano di ripresa strategica quale quello che il Paese affronterà nel prossimo futuro: “Quello che serve – puntualizza Avenia – è prendere coscienza del fatto che senza tlc e senza infrastrutture, tutto il Paese soffre. Se il settore digitale non riceve investimenti e input di crescita, è l’economia del Paese nel suo complesso a rimetterci. Non si tratta di salvaguardare la capacità di investimento di un comparto, ma la capacità economica del Paese”.
Un tema sul tavolo della politica
Ovvio, quindi, che il tema debba essere all’ordine del giorno sul tavolo di Draghi, nel complesso del Pnrr, sul cui lavoro Confindustria Digitale confida in modo particolare.
“La prospettiva futura deve fondarsi su un passo avanti – fa notare il presidente Avenia -: riuscire a fare ciò che non abbiamo fatto in passato, riponendo la stessa attenzione che abbiamo riservato alle questioni della copertura alla promozione della domanda. Garantirsi un’offerta è importante, ma produrre domanda è fondamentale”. Ma in che modo farlo? “Lavorare sulle competenze e sulla trasversalità del digitale, ma anche sulla semplificazione per le Pmi in ottica di digital transformation 4.0, sono tutti tasselli apparentemente sconnessi, ma che invece sono strettamente collegati. La domanda si crea con efficacia solo se opera in queste direzioni, ad esempio garantendo le condizioni perché il divario fra piccole e grandi imprese sia sanato. Serve, in pratica, una politica che spinga le aziende a fare il grande salto e ad investire nel digital sia sull’asse orizzontale (territori) sia su quello verticale (filiera)”.
A conti fatti “tutto questo va inquadrato in una strategia a tutto tondo, che rimuova i divari fra dimensioni delle imprese ma anche fra Nord e Sud”. E allora, bene il progetto Colao di estendere la copertura Vhcn all’intero Paese entro il 2026, in quanto fattore abilitante della trasformazione delle imprese, ma attenzione massima anche alle altre richieste reclamate anche con la voce di Confindustria Digitale: “A partire dal decreto semplificazione – conclude Avenia – che sta proprio arrivando alla fase cruciale. Una sfida enorme che, unita alle altre riforme molto attese, auspichiamo non trovi ostacoli sulla sua strada”.