L’andamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia è un “paradosso sempre più iperbolico”: a un anno dalla pandemia “le aziende delle Tlc continuano a perdere ricavi a fronte di un incremento nell’utilizzo delle loro reti e dei loro servizi. E di un sostanzioso impegno sugli investimenti”.
Lo ha affermato Andrea Rangone, presidente del Gruppo Digital360, in apertura dei lavori di Telco per l’Italia 2021: i risultati (ancora ufficiosi) per il 2020 indicano che il fatturato per il mercato delle telecomunicazioni è in discesa del 5%, con il segmento mobile che fa peggio (perdite tra il 6% e il 7%) e il fisso che contiene le perdite (fra il 3% e il 4%).
“La motivazione è legata, come al solito, alla guerra dei prezzi dei servizi di telecomunicazioni”, ha proseguito il presidente di Digital360, “che sono fortemente scesi negli ultimi dieci anni. Si tratta di un -33% in Italia, un dato che ci rende maglia nera dell’Europa. La stima per il 2020 parla di un calo dei prezzi del 5%: se confermato, saremo di nuovo fanalino di coda nel nostro continente”.
Eppure, le reti e i servizi di telecomunicazione sono la base di un’economia e di una società che si digitalizzano e hanno sostenuto le attività produttive, didattiche, l’assistenza sanitaria, le connessioni tra persone, l’intrattenimento e molto altro ancora per tutto il periodo della pandemia. L’anno scorso il traffico dati su rete fissa è esploso del 50% rispetto al 2019 e del 56% su rete mobile. “Un paradosso ancora più grande: l’utilizzo vive un boom e ricavi e prezzi scendono”, ha affermato Rangone.
Al tempo stesso, le evoluzioni tecnologiche e la copertura con reti sempre più veloci e capaci chiama le telco a investimenti crescenti. Le aziende delle Tlc hanno contribuito all’incremento del 21% della copertura delle reti di Next generation access (Nga) in Italia nel 2020: ora il 93% del territorio è raggiunto. L‘Fttp (Fiber-to-the-premises) segna un +15% con copertura al 34%. Ci sono da mettere in conto anche gli investimenti per il 5G, dove l’Italia ha già fatto molto coprendo diverse grandi città.
In questo scenario arriva “il Recovery Fund italiano, che prevede investimenti pari a 191,5 miliardi di euro, finanziati attraverso il Dispositivo per la ripresa e la resilienza, lo strumento chiave di Next Generation EU”, ha concluso Rangone. “Ulteriori 30,6 miliardi sono parte di un Fondo complementare, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio. Occorre cogliere questa opportunità”.
In particolare, allo sviluppo delle reti ultraveloci (banda larga e 5G) sono dedicate risorse per 6,31 miliardi di euro. Viene poi avviato un Piano Italia 5G per il potenziamento della connettività mobile in aree a fallimento di mercato. L’Italia deve ripartire da qui per rilanciare un settore industriale, come quello delle Tlc, che è asse portante per l’evoluzione e la digitalizzazione del Paese e andare oltre “l’assurda guerra dei prezzi”.
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