“La gestione dei dati oggi rappresenta una delle sfide fondamentali, dove gli enti pubblici devono trovare il proprio ruolo e dare valore all’enorme quantità di dati che sono chiamati a gestire. Deve essere chiaro che i servizi del futuro passano attraverso una corretta e organizzata gestione dei dati; gestione nella quale l’ente pubblico deve fungere da arbitro capace di sovrintendere alle regole di tutela del cittadino, tanto quanto alla realizzazione di servizi innovativi, ma al tempo stesso utili”. A dirlo è Francesco Calzavara, Assessore regionale alla Programmazione, Bilancio, Agenda Digitale e Ict della Regione Veneto, commentando l’esito del lavoro realizzato in occasione del “Laboratorio di co-design Smart Region. Quale strategia per i dati regionali?”.
L’obiettivo dei progetti analizzati
L’iniziativa, promossa dallo stesso ente, ha lo scopo di stimolare il confronto tra le Pa e il mercato sul tema della gestione dei dati per il governo delle comunità territoriali. Quest’anno – si legge in una nota – i temi trattati, nello specifico, sono stati il trasporto pubblico locale, viabilità veicolare, Internet of Things in ambito urbano e Smart Region. Sono stati presentati 17 progetti realizzati in tutta Italia, dagli enti che hanno aderito all’iniziativa regionale, approfonditi in cinque tavoli tematici specifici per proseguire il lavoro di concertazione, condivisione, collaborazione.
“Il modello di innovazione digitale della nostra Regione”, continua l’Assessore regionale del Veneto, “è incentrato su un’idea di territori connessi e smart cities, che condividono la conoscenza e le risorse della comunità per migliorare la qualità della vita dei cittadini e la competitività delle imprese. Per raggiungere l’obiettivo è fondamentale sviluppare la cooperazione tra tutte le forze dei territori, come lo è la cooperazione su scala nazionale ed europea, capace di individuare e sviluppare spazi autonomi sulle tecnologie (autonomia digitale) che ci rendano più competitivi come regioni e come Nazioni. Spazi che possono essere realizzati solo grazie a modelli di data governance che garantiscano il principio di dati come bene pubblico, gestito da autorità pubbliche e non lasciato alla sola gestione del mercato privato”.
Calzavara ha concluso sottolineando che “le progettualità venete sono coerenti con il Pnrr e siamo pronti ad attuarle: aspettiamo solo di capire dal Governo il reale ruolo che avranno le regioni e i territori. Perché un tema centrale come la trasformazione digitale deve essere momento di condivisione di strategie se si vuole raggiungere l’ambizioso obbiettivo di portare al 70% la percentuale di cittadini tra i 16 e i 74 anni con conoscenze digitali di base”.