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Di Raimondo, Asstel: “Per il 5G meno burocrazia e più digital skill”

Il direttore dell’associazione di Confindustria: “Avanti con le riforme sulle semplificazioni per investimenti sostenibili. Non c’è trasformazione digitale senza innovazione, infrastrutture e capitale umano. Pnrr chance imperdibile”

Pubblicato il 13 Mag 2021

Di Raimondo

Infrastrutture, innovazione, investimenti sostenibili, capitale umano e competenze: questa è la base su cui l’Italia può costruire la sua maturità nel 5G. Sarà fondamentale però realizzare le riforme, partendo da quelle incluse nel Pnrr, che riserva 40 miliardi di euro al digitale e 6,7 miliardi alle infrastrutture di nuova generazione. Lo ha dichiarato a Telco per l’Italia Laura Di Raimondo, direttore Asstel.

“Altri temi strategici sono la ricerca e sviluppo, la definizione di nuovi servizi e la capacità di rigenerare e distribuire ricchezza“, ha proseguito Di Raimondo, “ma occorrono riforme capaci di migliorare la competitività dell’Italia. Il Pnrr è disegnato esattamente con questo spirito”.

Tra le riforme che servono all’Italia e alle sue infrastrutture telecom c’è la semplificazione burocratica e dei processi autorizzativi: “Eliminare lacci e lacciuoli è essenziale per implementare le reti”. Essenziale anche “armonizzare i limiti elettromagnetici con quelli europei: c’è stato salto un salto tecnologico cui gli attuali parametri italiani non possono rispondere”. Il direttore Asstel ha ricordato ancora l’importanza della creazione di un “circolo virtuoso tramite investimenti sostenibili”, sottolineando che ora “per l’Italia è il tempo delle risposte”.

Anche il tema del capitale umano e delle competenze è considerato fondamentale da Di Raimondo e dalle imprese delle Tlc rappresentate da Asstel: “il 5G e le infrastrutture di telecomunicazione abilitano la trasformazione digitale, ma non ci può essere vera trasformazione senza capitale umano e competenze”, ha osservato Di Raimondo. “Il tema delle digital skill è al centro dell’agenda del Pnrr e delle imprese Asstel, perché sono le persone a mettere in atto la trasformazione digitale, così come sono state le persone che hanno reso resilienti le reti di telecomunicazione nei mesi del lockdown per l’emergenza Covid”.

L’Italia, “se vuole essere veloce e agganciare la sfida della trasformazione digitale e del 5G, deve investire in capitale umano e competenze anche perché queste sono funzionali a stimolare la domanda per i nuovi servizi abilitati dalle nuove reti”.

Si tratta dunque di pensare a una strategia di “educazione permanente, ovvero una formazione che accompagna le persone in tutta la loro storia lavorativa”, ha concluso il direttore Asstel. “La filiera delle Tlc è pronta, ma serve consapevolezza dell’opportunità rappresentata dalla realizzazione delle riforme per il Paese e spetta anche alla politica dare una risposta”.

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