LA RICERCA

Cybercrime, Kaspersky: “Italia prima vittima dei pirati online”

Da un rapporto sulla sicurezza in Occidente emerge che nel nostro Paese si sono registrati finora il 44% degli attacchi online. E in tutti gli Stati è a rischio il mobile banking

Pubblicato il 14 Set 2012

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L’Italia è in testa alla triste classifica delle vittime dei pirati informatici su Internet. Il dato è contenuto in una recente indagine di Kaspersky Lab su “The Geography of Cybercrime: Western Europe and North America”, secondo la quale in tutta l’Europa occidentale e nel Nord America un terzo dei personal computer collegati a Internet ha subito un attacco degli hacker nella prima metà del 2012.

Il nostro Paese, sottolinea l’azienda di sicurezza informatica russa, ha avuto una percentuale di attacchi online del 44% nei primi sei mesi dell’anno. Segue la Spagna con il 42%, incalzata dagli Stati Uniti (39%). Tra i vari Stati presi in esame, Svizzera, Germania, Austria e Lussemburgo non vanno oltre il 30% delle intrusioni criminali, mentre la più virtuosa è la Danimarca, con soltanto il 20% degli assalti.

Il rapporto parte da alcune premesse: “quasi la metà dei Paesi occidentali presi in esame è tra i 20 al mondo che usano di più Internet”, “la maggior parte degli utenti lo trova la soluzione più accessibile per acquisti e pagamenti” e nelle nazioni occidentali la gente “usa in modo attivo sistemi di pagamento online e mobile banking per gestire i conti”.

Ed è proprio il mobile banking che, secondo gli esperti russi, sarà sempre più bersaglio privilegiato dei cybercriminali. “Questo fenomeno – spiegano – sarà incentivato dalla crescente popolarità dei servizi bancari attraverso smartphone e tablet, e dal fatto che molti dispositivi mobili non hanno installato alcun sistema di sicurezza. I dispositivi che girano su Android Os – sottolinea Kaspersky – sono quelli più a rischio”.

Per quanto riguarda il mondo bancario, gli esperti fanno i nomi dei famigerati Trojans creati appositamente per rubare dati finanziari nelle regioni prese in esame dalla ricerca: Sinowal (Mebroot), che cattura informazioni finanziarie, Zbot (ZeuS), che ha preso di mira i conti correnti di molte banche, e SpyEye, anch’esso infiltrato nei conti di diversi istituti.

Sul fronte dei pagamenti con carte di credito e bancomat, l’aumento dell’e-commerce ha fatto sì che PayPal ed eBay siano sfruttati come canale privilegiato per sferrare rispettivamente il 34% e il 9% degli attacchi di phishing in Nord America ed Europa occidentale.

Più Internet è diffuso, anche in mobilità, più le attività dei pirati informatici si intensificano attraverso tecniche sempre più avanzate: il malware ZitMo, per esempio, agisce in combinazione con il Trojan ZeuS per attaccare i dispositivi mobili quando si eseguono trasferimenti di denaro tramite servizi di online banking e quando vengono inviati i codici di autenticazione per le transazioni. Tecnica che permette, secondo il rapporto, di aggirare i sistemi di certificazione delle banche.

È invece in calo il fenomeno dei falsi antivirus, che avevano raggiunto un record storico a giugno 2011, con 900mila oggetti nocivi individuati da Kaspersky Lab nell’arco del mese. La flessione è dovuta all’arresto di alcuni criminali dediti a questa attività e dalla maggiore attenzione dedicata dai motori di ricerca all’eliminazione dei link contenenti antivirus fasulli dalle pagine dei risultati.

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