LOTTA ALLA PANDEMIA

Pass Covid digitale: raggiunto l’accordo provvisorio, sarà in vigore dal 1° luglio

Parlamento e Consiglio Ue hanno trovato la prima quadra: stabiliti i principi generali di attuazione del documento destinato a facilitare il diritto alla libera circolazione e l’allentamento delle restrizioni. Formato comune in tutti i Paesi

Pubblicato il 21 Mag 2021

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E’ previsto anche l’impegno della Commissione europea a mobilitare “almeno 100 milioni di euro” per l’acquisto di test rapidi anti-Covid nell’ambito dell’accordo provvisorio raggiunto ieri fra Parlamento europeo e Consiglio sul certificato Covid digitale Ue per facilitare la libera circolazione durante la pandemia.

Il certificato Covid digitale Ue attesterà se una persona è stata vaccinata contro il coronavirus o ha un risultato recente di test negativo o è guarita dall’infezione. In pratica, si tratta di tre certificati distinti. Il quadro comune dell’Ue permetterà agli Stati membri di emettere tali certificati che saranno poi accettati negli altri paesi dell’Ue.
Secondo l’accordo, il regolamento del certificato Covid digitale Ue resterà in vigore per 12 mesi. Il certificato non sarà una precondizione per esercitare il diritto alla libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio.

Il testo concordato sarà ora sottoposto alla commissione parlamentare per le libertà civili (Libe) e alla Plenaria per l’approvazione, nonché al Consiglio. Il testo sarà votato dalla commissione Libe il 26 maggio. Se confermato, sarà poi presentato per l’adozione in Aula durante la sessione plenaria di giugno (7-10 giugno 2021). L’entrata in vigore e’ prevista per il 1 luglio.

Sostegno finanziario per test economici e accessibili

Per sostenere la disponibilità di “test abbordabili e accessibili”, la Commissione europea si è impegnata a mobilitare almeno 100 milioni di euro per l’acquisto di tamponi allo scopo di rilasciare i certificati. Di tale finanziamento dovrebbero beneficiare in particolare le persone che quotidianamente o frequentemente attraversano le frontiere per andare al lavoro o a scuola, visitare parenti stretti, cercare cure mediche, o per prendersi cura dei propri cari, così come i lavoratori essenziali.

I negoziatori hanno concordato che, se necessario, potrebbero essere mobilitati ulteriori finanziamenti oltre i 100 milioni, previa approvazione delle autorità di bilancio.

Restrizioni di viaggio aggiuntive solo se debitamente giustificate

L’accordo stabilisce che i Paesi Ue non devono imporre ulteriori restrizioni di viaggio, come la quarantena, l’autoisolamento o i tamponi, “a meno che non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica” in risposta alla pandemia di Covid, tenendo conto anche delle prove scientifiche disponibili, “compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)”. Tali misure dovrebbero essere notificate agli altri Stati membri e alla Commissione al più tardi 48 ore prima.

Viene inoltre stabilito che i Paesi Ue devono accettare i certificati di vaccinazione rilasciati in altri Stati membri per le persone che hanno ricevuto un vaccino autorizzato ndall’Agenzia europea dei medicinali (Ema) (attualmente Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca e Johnson&Johnson). Spetterà ai Paesi Ue decidere se accettare anche i certificati delle vaccinazioni effettuate con gli altri vaccini utilizzati in base alle procedure di autorizzazione di emergenza nazionali o con quelli elencati dall’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) per l’utilizzo di emergenza.

Salvaguardare la protezione dei dati

I certificati saranno verificati per prevenire frodi e falsificazioni, così come l’autenticità dei sigilli elettronici inclusi nel documento. Inoltre i dati personali ottenuti dai certificati non possono essere immagazzinati negli Paesi Ue di destinazione e non ci sarà una banca dati centrale stabilita a livello Ue. La lista delle entità che tratteranno e riceveranno i dati sarà pubblica, in modo che i cittadini possano esercitare i loro diritti di protezione dei dati in base al regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr).
“Anche se l’accordo raggiunto oggi non soddisfa pienamente le richieste del Parlamento europeo, certamente significa un importante miglioramento dello status quo attuale per milioni di cittadini dell’Ue – afferma Juan Fernando López Aguilar (S&D, Es), presidente della commissione parlamentare per le libertà civili e relatore -. Il  Certificato Covid digitale Ue ripristinerà la libera circolazione all’interno dell‘Ue, mentre gli Stati membri potranno iniziare ad eliminare le restrizioni alla libera circolazione in tutta Europa. Questo accordo è il primo passo per rimettere in carreggiata l’area Schengen“.

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