L’Unione europea sta lavorando a un digital wallet pan-Ue: lo anticipa il Financial Times, secondo cui l’annuncio ufficiale del progetto arriverà domani. La decisione di Bruxelles scaturisce dalla richiesta di diversi Stati-membro di trovare un sistema sicuro per l’accesso dei cittadini europei ai servizi digitali, sia pubblici che privati. Si tratterà di una app mobile che permetterà di utilizzare i servizi online con un solo identificativo digitale e che conserverà in modo sicuro password, dettagli sui pagamenti e altri dati.
Accesso all’e-gov e conservazione dei documenti
Il digital wallet sarà a disposizione dei cittadini dei 27 Paesi dell’Unione, che potranno così accedere ai siti delle pubbliche amministrazioni locali e utilizzare i servizi di e-government. Potranno anche accedere a portali privati per effettuare pagamenti (per esempio delle utenze telefoniche o dell’elettricità). Inoltre, la app consentirà di conservare i documenti dei cittadini, come la patente, la tessera sanitaria o la carta di identità.
Al momento, secondo quanto riporta il Financial Times, la Commissione europea sta discutendo con i Paesi-membro le linee guida e gli standard tecnici per il lancio del digital wallet. La app dovrebbe essere pienamente operativa entro un anno.
Identificazione biometrica e protezione della privacy
Tra i metodi di identificazione Bruxelles prevede anche l’utilizzo dell’impronta digitale o la scannerizzazione della retina.
Il digital wallet includerà una separazione strutturale per evitare che le aziende che hanno accesso ai dati degli utenti possano usare il wallet per attività commerciali non previste da questo strumenti, come la pubblicità di nuovi prodotti.
L’uso del digital wallet non sarà obbligatorio, ma i cittadini che sceglieranno di registrarsi potranno accedere a un ecosistema digitale più sicuro e a maggiore flessibilità, hanno indicato le fonti del FT. Il digital wallet, hanno detto, “sarà semplice, sicuro e proteggerà le persone online. Le persone avranno anche il potere di decidere quanti dati personali condividere, mentre Google e altre aziende del genere non lo consentono”.