Fornire un supporto personalizzato e personalizzabile per la persona con disturbi dello spettro autistico e allo stesso tempo per la sua famiglia e gli operatori, realizzando uno strumento facilmente utilizzabile in autonomia e/o con il supporto dei caregiver attraverso dispositivi ampiamente disponibili e sostenibili. E’ questo l’obiettivo di “AI Coach“, progetto coordinato da Anffas in partenariato con Angsa, che è stato realizzato grazie al contributo di Fondazione Tim, la cui conclusione è prevista per il 2023. Si tratterà di un applicativo software utilizzabile sui dispositivi mobili che potrà sollecitare, raccogliere, misurare, apprendere, elaborare e restituire informazioni utili al rafforzamento abilità comunicative e relazionali e dell’autodeterminazione della persona con autismo, che allo stesso tempo potrà anche essere utilizzata dalla rete di sostegno, quindi dalla famiglia e dagli operatori.
Alla presentazione di Ai Coach hanno preso parte Roberto Speziale (Presidente di Anffas Nazionale), Giovanni Marino (Presidente di Angsa Nazionale) e Salvatore Rossi (Presidente Fondazione Tim), insieme a Franco Nardocci (Referente Scientifico del progetto), Emanuela Bertini (Direttore Generale di Anffas Nazionale),Giuseppe Riccardi (Università di Trento), Lorenzo Di Natale (Idego – Psicologia Digitale), Pietro Cirrincione (Gruppo Asperger Onlus) e Matteo Giammarughi (Giuliaparla Onlus).
L’applicazione potrà contare su due versioni: una dedicata alla persona con autismo e una al caregiver: attraverso l’analisi degli aggiornamenti e dei feedback pubblicati dagli utenti che potranno ad esempio compilare un diario e intrattenere conversazioni tramite un servizio di messaggistica, l’applicazione sarà in grado di valutare e analizzare le informazioni raccolte, aggiornerà il profilo dell’utilizzatore e fornirà un’indicazione dei progressi e dei cambiamenti rilevanti e quindi sull’efficacia degli interventi.
In una prima fase il progetto si concentrerà sulla definizione delle funzionalità dell’applicazione, poi passare allo sviluppo del prototipo e infine alla fase di test e quella di formazione degli operatori che utilizzeranno lo strumento, che saranno chiamati a dare i loro feedback: “solo grazie al loro contributo – si legge in una nota – l’applicazione potrà essere sviluppata e costantemente aggiornata”.
Si tratta di un vero e proprio salto nell’innovazione tecnologica, conclude la nota, che consentirà di aprire nuovi orizzonti di sostegno e supporto per le persone con disturbo dello spettro autistico e più in generale, nel futuro, per tutte le persone con disabilità intellettive e con disturbi del neurosviluppo che potranno usufruire al pari degli altri di tutte le grandi potenzialità offerte dagli attuali dispositivi di comunicazione.