Parte oggi la scommessa low cost di Fabrizio Bona, ex manager di Vodafone, Wind e Tim, fondatore e amministratore delegato di bip Mobile, l’operatore virtuale che, sulle orme del modello francese Free (3 milioni di clienti in sei mesi), vuole sparigliare il mercato italiano delle Tlc. Ma sul lancio della start up c’è la spada di Damocle di un procedimento d’urgenza al tribunale di Milano per uso improprio del brand. La contestazione è partita da Bip Business Integration Partners, società milanese di consulenza nel settore delle Tlc, che rivendica la titolarità del marchio “Bip” e ha portato Bona in tribunale, “per l’uso improrio del marchio di cui siamo titolari”. Una contestazione rispedita al mittente da parte di Bona tramite i suoi avvocati.
“La vicenda relativa all’uso del nome Bip è stata affidata con procedimento di urgenza al tribunale di Milano che ha definito tempi assai rapidi di delibera – ha detto oggi al Corriere delle Comunicazioni FabioTroiani, amministratore delegato di Bip Business Integration Partners – Abbiamo una legge che tutela Bip (Business Integration Partners ) e fiducia in giudici che si stanno dimostrando assai competenti sul tema. Il fatto che Bip mobile decida comunque di partire con le campagne pubblicitarie prevarica certamente quello che è il procedimento in corso e probabilmente quello che sarà il verdetto finale”. Insomma, secondo l’ad di Business Integration Partner “Se le nostre legittime richieste verranno accolte, Bip mobile ne pagherà le conseguenze in termini di danni procurati ed impossibilità futura di utilizzare il marchio. Anche managerialmente non comprendo il perché Bip mobile rinunci ad attendere il verdetto garantito da una procedura di urgenza in tempi brevi, creando danni a noi e, credo, avendo poco rispetto in chi si è impegnato a risolverla ex lege in tempi rapidi”.
Mentre la disputa sul marchio va avanti, parte la scommessa di bip Mobile che può contare su investimenti iniziali di 100 milioni di euro fino al 2014, destinati in primo luogo ad una campagna pubblicitaria battente, spot televisivi che, per ora, andranno in onda soltanto sulle reti Mediaset. Il testimonial della start up è preso in prestito dai cartoon: si tratta di Beep-Beep, lo struzzo super veloce della Warner – con cui Bona ha siglato un accordo – che fa impazzire il coyote.
E un’offerta super scontata quella di bip Mobile, che si appoggerà alla rete Umts di H3g per veicolare il suo traffico: 3 centesimi al minuto per conversazioni verso tutti gli operatori, cui si dovrà aggiungere lo scatto alla risposta di 16 centesimi. In più, 3 cent di ricarica gratis per ogni sms ricevuto dalle reti degli altri operatori, che non siano quelle di H3g. “La nostra offerta base è il 75% più conveniente della concorrenza – dice Bona – Le nostre chiamate costano 3 cent al minuto, rispetto ai 12 centesimi al minuto di Vodafone, Wind e Tim. Inoltre, fino al 30 giugno 2013 offriamo 3 centesimi di ricarica per ogni sms ricevuto dai nostri clienti. Questo significa che i nostri clienti potranno ricaricarsi il telefonino con gli sms che ricevono”. C’è poi una tariffa International, uguale a quella italiana, che vale per chiamate in Albania, Cina, India, Marocco e Romania soltanto su rete fissa. La tariffa internet, battezzata Megabip, è di 2 euro a settimana per 500 Mb da pc e tablet e di 300 mb per lo smartphone. Al superamento della soglia sarà addebitata la tariffa base di un euro per ogni 50 Mb ulteriori di navigazione.
La compagine azionaria della start up, che in tutto conterà a regime fra i 60 e gli 80 dipendenti, è composta al 66,7% dalla famiglia Giacomini, che nel 2007 ha fondato One Italia, società specializzata in servizi a valore aggiunto nel settore digitale e mobile. Fabrizio Bona e moglie detengono il 25% delle quote, piccoli azionisti il rimanente.
Il break-even è fissato al raggiungimento di 700mila clienti, che Bona spera di raggiungere in primavera, visto che il target di un milione di clienti è fissato per la prossima estate. Entro quattro anni, poi, il target è di arrivare a quota 5 milioni di clienti. “Obiettivi ambiziosi in un momento economico difficile – dice Bona – Vogliamo diventare rilevanti per le tasche degli italiani, che sono stanchi di tariffe incomprensibili e inadeguate”. Non sarà una passeggiata, in un settore iper competitivo e concentrato. “Ma il mercato italiano delle Tlc non è saturo – dice Bona – vale 18 miliardi di euro e gli italiani ogni 3 o 4 anni cambiano operatore”.
I punti vendita sono 1.500 sul territorio nazionale, in attesa che si chiuda fra un anno l’indagine dell’Antitrust avviata dopo la segnalazione di atteggiamenti anti concorrenziali che bip Mobile avrebbe subito nei negozi multibrand già presidiati da Tim, Vodafone e Wind.
C’è da dire che il segmento degli operatori virtuali (Mvno) in Italia è già affollato, con 17-18 player fra cui ad esempio PosteMobile, Coop Mobile e Erg Mobile e detiene una quota del 2%-3% del mercato italiano. “Ma noi siamo diversi – scandisce Bona – perché rispetto agli altri operatori virtuali noi siamo i soli gestori puri di telefonia fra gli Mvno italiani. In altri paesi, come Regno Unito e Germania, gli operatori virtuali hanno il 20%-30% del mercato”. L’azienda punta su costi di gestione contenuti, affiderà in outsourcing la componente IT e la gestione della rete. Il call center, 40-50 dipendenti, per ora è interno.