E’ Lina Khan la nuova presidente della Federal Trade Commission, l’agenzia governativa Usa che tutela i consumatori e indaga sulle pratiche anticoncorrenziali. La nomina a sorpresa alla presidenza è avvenuta poche ore dopo che il Senato l’aveva confermata nel board composto da 5 persone.
“Sono molto grata al Senato per la mia conferma. Il Congresso ha creato la Ftc per salvaguardare la concorrenza leale e proteggere i consumatori, i lavoratori e le imprese oneste da pratiche sleali e ingannevoli. Non vedo l’ora di sostenere questa missione con vigore e di servire il pubblico americano” ha scritto Khan in un tweet.
La nomina viene letta come un segnale della volontà bipartisan di imporre più regolamenti alle Big Tech come Facebook, Amazon, Alphabet e Apple. Che ora sono nel mirino delle autorità delle due sponde dell’Atlantico per l’uso dei dati e le pratiche concorrenziali.
Il curriculum di Lina Khan
32 anni, Juris Doctor a Yale nel 2017, Khan è la presidente più giovane nella storia dell’agenzia. Professore associato alla Columbia Law School, Khan ha lavorato come direttore del gruppo anti-monopolio dell’Open Markets Institute e come consulente legale per Chopra presso l’Ftc.
Khan è diventata una figura nota negli ambienti politico-economici dopo aver scritto “Amazon’s Antitrust Paradox” quando era ancora studentessa. Il saggio indaga sul doppio ruolo della società come fornitore di servizi e competitor delle imprese e suggerisce l’introduzione di un quadro regolatorio in grado di determinare le violazioni della legge antitrust in base al danno subito dai consumatori.
Negli anni successivi, il nome di Khan si è fatto strada fra gli addetti ai lavori ed è diventato noto tra i progressisti che spingono verso regole antitrust più stringenti. Ha partecipato alla sottocommissione della magistratura della Camera per le indagini antitrust su Amazon, Apple, Facebook e Google. Nel rapporto vengono raccomandate riforme legislative per rafforzare la concorrenza nei mercati digitali. In particolare, Khan ha lavorato alla sezione Google del gruppo Democratico. Da allora la società è stata citata in giudizio per violazioni antitrust dal Dipartimento di Giustizia.
Una donna contro le big tech
In qualità di presidente, Khan avrà il compito di votare su temi concorrenziali e che riguardano la tutela dei consumatori. In particolare verrà fatta chiarezza sulle modalità con cui le big tech proteggano effettivamente i dati dei clienti o se invece li abbiano fuorviati con marketing ingannevole o attraverso i cosiddetti “dark pattern” in grado di influenzare le scelte.
Le big tech non sono nel mirino solo negli Usa, a anche in Europa. Bruxelles è pronta a una nuova battaglia antitrust sul fronte degli assistenti vocali. Se alcune pratiche contrarie alla concorrenza messe in atto da Google, Amazon e Apple, rispettivamente con Assistant, Alexa e Siri, verranno confermate “potrebbero portare all’apertura di nuovi casi antitrust”, ha annunciato la vice presidente della Commissione Ue, Margrethe Vestager, presentando i risultati di un’indagine preliminare sulla concorrenza nel mercato europeo della Internet of Things (IoT).
Separatamente, il regolatore di mercato britannico (Competition and markets authority) ha aperto un’indagine su Amazon concentrandosi sull’utilizzo dei dati da parte della piattaforma e-commerce e eventuali distorsioni della concorrenza tra i merchant.
Negli Stati Uniti il Congresso sta discutendo cinque proposte di legge antitrust, di cui quattro mirate a contenere lo “strapotere” delle Big Tech. Amazon è ancora la sorvegliata speciale per il doppio ruolo di marketplace per venditori terzi e reseller in prima persona con i prodotti a proprio marchio.