Visa spinge sull’open banking. La società ha firmato un accordo per rilevare la fintech svedese Tink per 1,8 miliardi di euro. La piattaforma, integrata con più di 3.400 banche e istituzioni finanziarie per 250 milioni di clienti bancari in tutta Europa, manterrà il marchio e il team di gestione e la sede rimarrà a Stoccolma.
Visa finanzierà l’operazione con la liquidità disponibile e l’acquisizione non avrebbe alcun impatto sul programma di riacquisto di azioni precedentemente annunciato o sulla politica dei dividendi, come si legge in una nota della società.
“Ci impegnamo a fare tutto il possibile per promuovere l’innovazione e responsabilizzare i consumatori a sostegno degli obiettivi dell’open banking in Europa spiega il ceo e presidente di Visa Al Kell – Riunendo la rete di Visa e le capacità di open banking di Tink, forniremo maggiore valore ai consumatori e alle imprese con strumenti per rendere le loro vite finanziarie più semplici, affidabili e sicure”.
In merito all’acquisizione da parte di Visa, i cofondatori di Tink hanno dichiarato in una nota: “Man mano che abbiamo conosciuto Visa, è diventato chiaro che condividiamo una missione comune: collegare il mondo finanziario e accelerare la crescita e l’adozione di servizi finanziari digitali – evidenzia Daniel Kjellén, ceo e co-founder di Tink – Collaborare con Visa significa che ora saremo in grado di muoverci più velocemente e raggiungere più lontano che mai, e sappiamo che Visa è il partner perfetto per la prossima fase del nostro viaggio. La partnership con Visa ci permetterà di far crescere ulteriormente la nostra organizzazione, i nostri prodotti e servizi, per servire meglio i nostri clienti attuali e futuri, pur continuando ad operare come un marchio indipendente e a costruire sugli incredibili punti di forza di Tink”.
Il coinvolgimento di Poste Italiane
Nell’operazione coinvolta anche Poste Italiane che, attraverso la sua controllata PostePay, ha venduto la partecipazione del 4,7% fully diluted nella fintech svedese al Gruppo Visa.
Poste Italiane ha incassato 3,5 volte il valore dell’investimento iniziale, pari a 22 milioni, nell’arco di 18 mesi.
La plusvalenza al netto delle imposte è pari a circa 53 milioni, che comporta un incremento del patrimonio netto tramite “altri utili e perdite complessivi” senza impatto a conto economico.
La partnership con Tink proseguirà, permettendo a Poste Italiane di beneficiare delle opportunità dell’open banking nell’ambito della normativa Psd2, facendo leva sull’ affidabilità del proprio marchio, e sull’utilizzo di strumenti analitici data-driven.
“Questa operazione conferma la validità dell’approccio differenziato di Poste Italiane verso l’innovazione. Nel caso specifico l’alleanza con operatori di mercato disruptive consente a Poste Italiane di accelerare la propria strategia di innovazione – spiega una nota – L’operazione è soggetta all’autorizzazione da parte delle autorità regolamentari ed altre consuete condizioni di closing”.