“Le smart cities possono e devono invece essere la visione di come vogliamo costruire la città del futuro”. E’ quanto dichiara Cristiano Radaelli, presidente di Anitec in vista della partecipazione, a Torino, il prossimo giovedì della partecipazione Lingotto di Torino alla tavola rotonda “Agenda digitale e Smart City“, all’interno di Itn 2012.
“Cosa sono le smart cities? Oggi il termine smart collegato alla città e alle comunità urbane viene spesso identificato come un qualcosa che di proiettato nel futuro, non ben identificato e come “qualcosa” che si deve fare per rispettare quanto stabilito dalla Comunità europea – sottolinea Radaelli – Le smart cities possono e devono invece essere la visione di come vogliamo costruire la città del futuro con progetti che prevedano un miglioramento della qualità della vita con la creazione di spazi urbani, l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili e una mobilità più razionale e più godibile. Non in un futuro lontano, le tecnologie sono già disponibili e grandi architetti stanno proponendo idee innovative e concrete, soprattutto realizzabili”.
Al centro della città del futuro il presidente di Anitec vede “le persone, dando loro possibilità di vita e lavoro, di conoscenza, crescita personale e professionale, dove la creatività e la tecnologia dovranno essere tra loro interconnesse. L’elemento fondamentale di tutte queste componenti sono le persone, i cittadini, che devono essere coinvolti e contribuire alla creazione della città stessa”.
“È necessario riuscire a spiegare in modo chiaro e semplice a tutti i cittadini quali sono i vantaggi per tutti noi in termini di qualità dei servizi e riduzione del loro costo, con esempi concreti, mettendo subito in pratica gli sviluppi possibili, alcuni dei quali non richiedono investimenti significativi – prosegue Radaelli – La natura tecnologica di una città intelligente è sicuramente necessaria, ma non è sufficiente. E’ invece basilare che vi sia la conoscenza e la consapevolezza del cittadino che la qualità della sua vita può migliorare. È necessario cioè generare la necessaria motivazione al cambiamento nella comunità”.
“In questo processo – conclude – avranno un ruolo fondamentale sia l’Agenzia Digitale che le amministrazioni locali. La prima che è preposta allo sviluppo dell’Agenda Digitale italiana dovrà diventare la struttura capace di guidare il cambiamento culturale e sviluppare nuovi posti di lavoro nei settori avanzati, per assicurare servizi migliori per cittadini e imprese e per indurre forti riduzioni di costo. Le amministrazioni locali invece dovranno avere il ruolo di facilitatori di progetti o di raccordo che coinvolgano tutte le parti interessate nella costruzione delle città intelligenti”.