Per quasi una settimana, dal primo al 5 ottobre, Napoli ospiterà l’Onu dello Spazio. In questo periodo, infatti, nella capitale campana si svolgerà lo Iac, l’International Astronautical Congress. Si tratta del più grande appuntamento internazionale del settore spaziale che riunisce ogni anno i capi delle agenzie spaziali internazionali, i dirigenti delle industrie e gli esperti del settore per discutere sulle più recenti innovazioni tecnologiche, sulle nuove tappe dell’esplorazione spaziale, sulle nuove politiche e sugli sviluppi economici del comparto. La conferenza, che si tiene ogni anno in una città diversa alternando sedi europee a sedi del resto del mondo, torna per la seconda volta in Italia, dopo trent’anni dal primo appuntamento tricolore.
Nei padiglioni della Mostra d’Oltremare sono attesi circa 4000 partecipanti, provenienti da oltre 50 Paesi, che animeranno 90 sessioni tecniche dove si discuterà delle prossime strategie del settore spaziale, delle future esplorazioni interplanetarie, del monitoraggio del nostro pianeta con i nuovi satelliti.
Saranno cinque giorni di dibatti tra i grandi protagonisti del settore. Tra gli interventi sono previsti quelli dei numeri uno della NASA, Charles Bolden, dell’Agenzia Spaziale Europea, Jean-Jacques Dordain, e di moltissime altre agenzia spaziali nazionali,oltre a quelli dei responsabili di molte delle sonde che oggi studiano il nostro sistema solare. Parteciperanno anche gli astronauti Italiani Roberto Vittori e Paolo Nespoli, nonché Buzz Aldrin, secondo uomo ad avere messo piede sulla luna. Tra le varie sessioni parallele, una, presieduta dall’italiana Simonetta Di Pippo, sarà dedicata alle donne nello spazio.
“L’assegnazione dell’organizzazione del Congresso a Napoli – sottolinea Enrico Saggese, presidente dall’Agenzia Spaziale Italiana – è stata per tutti noi una grande occasione. I numeri dei partecipanti sono impressionanti e l’opportunità per tutti sarà notevole. Il programma degli appuntamenti è corposo e di ampio respiro. Abbiamo lavorato in sinergia con tutti i rappresentanti perché la conferenza sia un successo anche per il territorio che ci ospita. La Campania ha una storia illustre nel campo dell’aerospazio. L’aerea napoletana vanta 5 università tecniche, un centro di ricerca come il Cira, ottime industrie del settore aeronautico accompagnate una grande rete di PMI, sia del comparto aereo sia di quello spaziale. Gli enti locali ci hanno assicurato pieno supporto e molta attenzione nell’organizzazione”.
Secondo Saggese, l’appuntamento avrà anche una valenza “politica” molto forte offrendo l’occasione di incontro e discussione fra i responsabili delle varie agenzie spaziali come la russa, la cinese, l’americana e l’europea. Un supervertice globale che consentirà di “parlarsi, di confrontarsi, di verificare la possibilità di condividere le grandi scelte del futuro. È impensabile, ad esempio, pensare di andare su Marte senza uno sforzo collaborativo comune”.
Ma collaborazione è anche competizione. “Per dimostrare di essere un partner affidabile nei progetti globali, l’Italia deve innanzitutto dimostrare di essere competitiva. Il congresso di Napoli ci offrirà una vetrina per mostrare le nostre capacità e le nostre eccellenze. Lo Spazio deve rappresentare un impegno comune del Paese, lo sforzo comune di una nazione che sa essere competitiva e all’avanguardia tecnologica”.
La scelta di Napoli non è casuale. “Con un fatturato annuo di circa 2 miliardi di euro complessivi e con 10mila addetti e 130 aziende dell’aerospazio e dell’indotto, la Campania rappresenta da sola un quarto del comparto aerospaziale nazionale – osserva Maurizio Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di Napoli – Quello campano è un sistema integrato che ha permesso nel tempo l’acquisizione del know how necessario per operare nel delicatissimo e ipertecnologico settore delle subforniture aeronautiche”.