La crescita della domanda dei chip traina i conti del contractor di Taiwan, Tsmc: gli utili netti sono aumentati dell’11% nel secondo trimestre, portandosi a 134,4 miliardi di dollari taiwanesi (4,81 miliardi di dollari Usa) contro i 120,8 miliardi di dollari di Taiwan dell’anno prima.
Gli utili sono lievemente inferiori a quanto previsto dagli analisti sentiti da Reuters (136,5 miliardi di dollari di Taiwan), che anticipavano un balzo ancora più consistente dovuto alla crisi dei chip. Il fatturato ha registrato invece il risultato-record del +28% a 13,29 miliardi di dollari Usa.
La pandemia traina la domanda di dispositivi connessi
Il risultato è il frutto della richiesta, alimentata dalla pandemia, di processori per dispositivi e oggetti connessi di ogni genere: computer portatili, smartphone, prodotti per la smart home, automobili.
Tsmc (Taiwan Semiconductor manufacturing co) è il più grande produttore globale per conto terzi; Apple e Qualcomm sono tra i maggiori clienti. Ora l’azienda intende espandersi per riuscire a rispondere alla domanda crescente: il progettto è di costruire nuove fabbriche negli Stati Uniti e in Giappone, ma anche di potenziare la capacità produttiva in Cina.
Negli Stati Uniti l’azienda ha già in fase di realizzazione uno stabilimento in Arizona (un progetto da 12 miliardi di dollari) e non esclude un ampliamento della struttura.
Chip di nuova generazione per il 5G e le applicazioni AI
“Stiamo allargando la presenza globale dei nostri stabilimenti produttivi allo scopo di sostenere e aumentare il nostro vantaggio competitivo e servire al meglio i nostri clienti nel nuovo contesto geopolitico“, ha affermato il presidente di Tsmc, Mark Liu, riferendosi alle tensioni Usa-Cina.
Liu non ha fornito dettagli sui piani di espansione all’estero ma ha detto che Tsmc intende sostenere i prezzi dei wafer per tenere conto dell’incremento dei costi di manifattura.
Tsmc alimenterà la sua crescita puntando sulle nuove tecnologie dei chip a 7 nm, 5 nm e 3 nm, anche se le fabbriche in Cina continueranno a usare tecnologie precedenti, compresa quella a 28 nm.
In precedenza il contrator taiwanese ha menzionato un piano di espansione negli Usa da 100 miliardi di dollari in tre anni per sostenere la domanda di chip trainata dal 5G e dalle applicazioni di AI.