L’amministratore delegato di Cisco, John Chambers, ha ufficialmente annunciato i suoi progetti di ritiro, facendo i nomi di dieci top-manager interni tra cui scegliere il suo successore.
Intervistato da Bloomberg, Chambers, che è uno dei veterani della Silicon Valley e Ceo di Cisco dal lontano 1995, ha premesso che tecnicamente il suo ritiro potrebbe avvenire tra i due e i quattro anni ma ha già cominciato a parlare di “transizione”, pur assicurando che avverrà in modo “molto tranquillo”. In effetti ha fatto nomi e cognomi dei potenziali eredi, tra cui Robert Lloyd, vicepresidente esecutivo delle operazioni internazionali, Chuck Robbins, vicepresidente senior delle Americhe, ed Edzard Overbeek, vicepresidente senior dei servizi globali. Nel caso in cui Chambers, 63 anni, non fosse più in grado di proseguire nei suoi compiti per eventi improvvisi ed imprevisti, sarà sostituito da Gary Moore, il Chief Operating Officer.
L’amministratore delegato non esclude comunque una permanenza all’interno della multinazionale statunitense dell’informatica. “Se il consiglio di amministrazione e gli azionisti lo vorranno – dice – resterò come presidente”.
Nato in Virginia, sofferente da ragazzo di dislessia e difficoltà di apprendimento, Chambers si è laureato in legge, ha conseguito un master in finanza ed ha cominciato la carriera nel 1976 all’Ibm. In Cisco dal 1991, ha preso il timone dell’azienda 17 anni fa, guidandola fino a farla diventare leader nel mondo nella fornitura di apparati di networking. Sotto la sua direzione Cisco ha anche vissuto la bolla della net economy e la recente recessione. Lo scorso anno Chambers ha effettuato una riorganizzazione del personale per cercare di recuperare l’ erosione dei margini di profitto e guadagnare terreno rispetto ai principali competitors tra cui Juniper Network e Hewlett Packard.
Secondo alcuni osservatori l’annuncio dell’uscita di scena è una “mossa quantomeno insolita e bizzarra”. In un’azienda come la Cisco, nota anche per dispute e conflitti interni, fare i nomi di ben 10 top manager papabili per l’incarico più importante significherebbe, sempre stando ai commentatori, dare il via ufficiale a una guerra di vasta portata e senza esclusione di colpi.