Se si imponesse sul mercato una startup sociale “mobile-first”, ovvero un social network nato e cresciuto all’interno del dispositivo mobile, per Facebook sarebbero tempi duri. Lo pensano gli sviluppatori per dispositivi mobili secondo una ricerca condotta da Appcelerator e Idc su un campione di 5.526 intervistati sparsi per il mondo.
Per il 66% di loro è “probabile” e “molto probabile” che una start-up mobile-first possa danneggiare il mercato delle applicazioni social sui dispositivi mobili e strappare una quota di mercato al gigante di Mark Zuckenberg.
Lo scetticismo degli informatici non fa che confermare i dubbi già espressi negli ultimi mesi dagli investitori a proposito dell’effettiva capacità di Facebook di capitalizzare la propria diffusione tra gli utenti in mobilità. Dopo aver debuttato in Borsa il 18 maggio con un prezzo di collocamento fissato a 38 dollari per azione, Facebook non è stata più in grado di superare quella soglia. Molti sono convinti che, tra i motivi, ci sia la scarsa capacità di ricavare consistenti profitti dagli annunci pubblicitari su dispositivi mobili e direttamente dagli utenti di questi dispositivi.
Parlando alla conferenza TechCrunch a San Francisco, Zuckenberg ha ammesso che la sua creatura inizialmente ha “sbagliato con il mobile”, per poi aggiungere che adesso “è una mobile company”.
Ha poi affermato che “il più grande errore” è stato affidarsi quasi interamente al linguaggio html5 per consegnare agli utenti un’esperienza mobile attraverso un web browser invece di creare applicazioni Facebook native per iOS, sistema operativo dell’Iphone, e per Android di Google. Secondo Zuckenberg l’uso dell’html5 non sarebbe in grado di “garantire la qualità” assicurata dalle app native. Accusa che ovviamente gli sviluppatori di questo linguaggio per costruire siti web respingono al mittente.
Al di là delle specifiche polemiche, i ricercatori di Appcelerator e IDC sottolineano: “Se gli sviluppatori per mobile ritengono che un debuttante mobile-first possa rovinare Facebook, le imprese nei mercati maturi dovrebbero dar loro retta. Gli sviluppatori stanno evidenziando un concetto importante: il mobile ha il potere di ridisegnare l’assetto di interi settori industriali e i cambiamenti possono essere anche molto veloci. Non è sufficiente – si sottolinea nel documento – trasferire in modo pedissequo al mobile elementi di un modello industriale già esistente. Per rimanere competitivi nell’era della mobilità occorre rivedere alla base i modelli tradizionali di business attraverso le lenti del mobile-first”.