LA TRIMESTRALE

Chip, l’allarme di Intel: “Carenza potrebbe durare fino al 2023”

La società batte le stime degli analisti, ma cala del 3% nell’afterhours: a pesare è il rallentamento del 9% registrato dall’unità che produce microchip per i data center. E il ceo Gelsinger prevede che i problemi di fornitura proseguiranno ancora a lungo

Pubblicato il 23 Lug 2021

Chip

Il capo del colosso statunitense dei semiconduttori Intel, l’amministratore delegato Pat Gelsinger, ha dichiarato che la carenza di componenti elettronici che attualmente colpisce diversi settori economici potrebbe continuare fino al 2023. Con la pandemia, gli individui e le scuole hanno avuto bisogno di computer e tablet aggiuntivi per consentire il lavoro da casa, ha affermato in una teleconferenza con gli analisti. Allo stesso tempo è esplosa la necessità di gestione dei dati per il cloud computing, mentre l’ascesa dell’intelligenza artificiale, l’arrivo del 5G o lo sviluppo della guida autonoma alimenteranno l’appetito per i semiconduttori negli anni a venire.



Buone performance, ma calo nell’afterhours

E intanto Intel cala nell’afterhours nonostante risultati relativi al secondo trimestre del 2021 che hanno facilmente oltrepassato le attese degli analisti. La società tech statunitense ha riportato un utile ad azione adjusted pari a 1,28 dollari, in rialzo del 12% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e meglio delle attese per un utile per azione adjusted pari a 1,06 dollari. Mentre il fatturato adjusted è salito del 2% rispetto al secondo trimestre del 2020 a 18,5 miliardi di dollari superando le attese per un giro d’affari pari a 17,8 miliardi di dollari. L’azienda ha inoltre innalzato la propria previsione sulle vendite per l’anno intero di circa 600 milioni di dollari portandola a 77,6 miliardi di dollari, contro attese per un fatturato pari a 72,7 miliardi.

Ma a preoccupare è il rallentamento (del 9% a 6,5 miliardi di dollari) fatto registrare dall’unità dell’azienda che produce microchip per i data center. L’azienda ha spiegato che questo è dovuto al “ambiente competitivo impegnativo”, facendo intuire che i chip per server prodotti dalla rivale Amd potrebbero portare a una perdita di clienti. Pesano anche le attese per i margini lordi nel prossimo trimestre (che sono stimati a circa il 55% rispetto ai margini pari al 59,2% fatti registrare nel secondo trimestre). Nell’immediato afterhours, Intel cedeva il 2,97% a 54,30 dollari.

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