Poche ragazze iscritte ai corsi di laurea Stem, retaggi sociali e culturali che tengono fuori le donne da percorsi di carriera nei settori scientifici e tecnologici. Secondo lo studio dell’Osservatorio Talents Venture, insieme al progetto STEAMiamoci di Assolombarda, 55% è la percentuale di donne iscritte al sistema universitario italiano (dati relativi all’anno scolastico 2018-2019). Se consideriamo però i corsi Stem la percentuale scende considerevolmente, con solo il 37% degli iscritti che sono donne. Numeri preoccupanti che raccontano di un Paese ancora diseguale sul tema dell’accesso ai percorsi di studio in grado di stare al passo con le richieste del mercato del lavro. Con tutto ciò che ne consegue anche in termini di retribuzione. Il Pnrr stanzia stanzia 1 miliardo per la promozione delle competenze Stem, soprattutto per le studentesse, e 400 milioni per favorire l’imprenditorialità femminile.
Di come intervenire per mettere a frutto gli investimenti che si dovranno fare con le risorse Ue ma anche di come agire per invertire la rotta e valorizzare il talento femminile ne parliamo con Alice Acciarri, General Manager di eBay in Italia.
Acciarri, il gap tra ragazze e ragazzi sullo studio delle materie Stem è ancora ampio. Da cosa da cosa dipende?
L’interesse verso le cosiddette materie Stem nelle ragazze si riduce proprio nell’età in cui ci si avvicina alla scelta universitaria. Purtroppo, ancora oggi, retaggi sociali e culturali tendono a tenere fuori le ragazze da percorsi di studio e di carriera nelle materie scientifiche e tecnologiche, perché intervengono fattori quali la mancanza di modelli di riferimento e la prepotenza degli stereotipi di genere, che vedono certi ambiti come esclusivo appannaggio maschile. Come eBay siamo convinti che proprio la formazione sia una delle leve fondamentali per fare un passo avanti nel colmare la presenza delle donne nel mondo Stem e che abbia il potenziale per attivare dinamiche positive nella società. Anche nel nostro settore, quello dell’eCommerce, è fondamentale che siano sempre più diffuse competenze specifiche e che vengano promossi percorsi di studio ad hoc per formare le professioniste di domani. Il commercio online rappresenta un settore in costante crescita, che offre importanti opportunità lavorative per tutti, e che le donne in particolare possono cogliere. Come azienda e come professionisti vogliamo metterci in discussione per individuare, con l’aiuto delle nostre esperienze, quegli impedimenti e limitazioni non sempre visibili ma presenti, che ostacolano il raggiungimento di una piena parità di genere.
Concretamente come si può intervenire?
Per mettere a fuoco dove intervenire, dove sono questi ostacoli, è a mio avviso importante promuovere una discussione che coinvolga più voci ed esperienze. Come eBay, ad esempio, abbiamo lanciato eWomenLab, un’iniziativa per creare uno spazio di discussione e di progettualità sui temi dell’imprenditorialità femminile e la presenza di donne nei settori Stem, individuando sfide, opportunità e strategie di supporto. Un solo punto di vista, infatti, non è sufficiente. Così come il tema della parità di genere non riguarda solo le donne ma la società nella sua interezza, anche la discussione deve essere plurale, consci del fatto che ognuno di noi può contribuire al cambiamento e fare la differenza. E questo cambiamento è ancor più urgente se guardiamo all’impatto che il Covid ha avuto sull’occupazione femminile: secondo i dati Istat2, tra i 101mila posti di lavoro persi nel solo dicembre 2020, 99mila erano occupati da donne.
C’è anche un tema di parità salariale da affrontare…
Tra i punti da cui partire per colmare il gap vi è sicuramente l’abbattimento del divario salariale che ad oggi colloca l’Italia al 127esimo posto su 153 nazioni3. Gli stipendi delle donne sono infatti mediamente più bassi in tutte le categorie contrattuali, Stem comprese, e nonostante le donne ottengano anche voti scolastici più alti degli uomini, registrano poi tassi di retribuzione inferiori. Sul divario salariale eBay può portare la propria esperienza di azienda dove, a livello globale, si è raggiunto il 99,7% di equità salariale di genere, grazie ad efficaci policy di retribuzione.
Cruciale, dunque, l’impegno delle aziende. Ma quale il ruolo che possono giocare politiche pubbliche?
Come eBay accogliamo con favore tutte quelle misure che incentivano le donne a lanciare o ampliare la propria attività, perché sono cruciali per rafforzare la loro capacità imprenditoriale. In quanto player dell’eCommerce, sappiamo come soprattutto la crisi pandemica abbia messo in luce l’importanza della digitalizzazione. L’apertura all’online rappresenta non solo un’opportunità di sviluppo economico ma anche sociale, poiché il digitale contribuisce ad abbattere quegli impedimenti di cui parlavamo prima. L’eCommerce è infatti un mercato flessibile e dinamico, e può aiutare le donne che vogliono fare impresa in tutti i settori vedendo riconosciuta la propria professionalità. È fondamentale quindi adottare politiche che abilitino l’accesso all’online e i suoi benefici, come quelle volte all’acquisizione di competenze digitali specializzate, e quelle che ambiscono a migliorare l’ambiente lavorativo, intervenendo ad esempio sulla riduzione del gap salariale. Tali misure aiutano a creare una società sempre più inclusiva. In un contesto complesso, in cui le esigenze e gli spunti sono moltissimi, il dialogo e la cooperazione tra pubblico e privato sono imprescindibili. È per questo che nel workshop di lancio della nostra iniziativa eWomen Lab abbiamo voluto creare un momento di confronto che coinvolgesse i rappresentanti istituzionali, così da poter riflettere insieme sulle strategie per supportare le donne attraverso uno sforzo congiunto.
Oltre l’impegno per la diffusione delle Stem, eBay è impegnata anche su altri fronti riguardanti le tematiche di genere. Quale la vision che vi guida?
La diversità e l’inclusione sociale sono da sempre valori cardine che guidano l’operato di eBay. Dal 2011 abbiamo lanciato un programma chiamato Women@eBay – di cui sono orgogliosa di essere Presidente a livello Emea – con l’obiettivo di attrarre e coinvolgere sempre più donne all’interno dell’azienda e consentire loro di raggiungere posizioni apicali. All’inizio il programma era rivolto e coordinato solamente da figure femminili. Con il tempo, è emersa la volontà di aprire il programma a tutti, forti dell’idea che l’emancipazione femminile e tanti traguardi sulla parità di genere debbano passare da uno sforzo collettivo, dall’impegno di tutti – uomini inclusi. La nostra vision inclusiva è confermata anche dai numeri di eBay: secondo l’ultimo D&I Report (2020) il 40% della forza lavoro in eBay è donna. Percentuale globale che in Italia si alza, tanto che la gran parte del management locale è donna. Come player del commercio online, ci poniamo da sempre come abilitatore di business e vogliamo contribuire a promuovere l’imprenditoria femminile, aiutando le donne ad aprire una propria attività e permettendo loro di conciliare con più facilità vita privata e vita lavorativa.
Come mettete in partica questa vision?
Con l’obiettivo di rafforzare ancora di più il nostro impegno in questo ambito, abbiamo lanciato quest’anno eWomen Lab, per dare un respiro più ampio alle iniziative su cui abbiamo negli anni sviluppato un’expertise, e per confrontarci con gli esperti del dibattito sulla parità di genere. L’iniziativa racchiude diversi progetti concreti che, come eBay, abbiamo intenzione di portare avanti per favorire un avanzamento della condizione femminile. Con SheTech, associazione no-profit che punta a favorire la presenza di donne nel settore del tech, stiamo attivando un programma di mentorship rivolto alle giovani ragazze per farle avvicinare al settore tech e all’eCommerce. Crediamo infatti nella capacità di un’attivazione peer-to-peer, nella trasmissione non solo di conoscenze ma anche di modelli di carriera. Con l’Università Bocconi stiamo poi progettando un accordo finalizzato al sostegno di studentesse, per favorire l’accesso a percorsi di studio di materie Stem e a forte componente manageriale, generalmente poco scelti dalle ragazze, proprio perché siamo convinti che la formazione sia una leva fondamentale per ridurre il gap di genere nel mondo delle Stem.
Avete in campo anche un’iniziativa con le Camere di Commercio. Di che si tratta?
Abbiamo una partnership con Dintec – agenzia delle Camere di Commercio specializzata nei temi dell’innovazione e del digitale – che vogliamo rafforzare lanciando un percorso di avvicinamento al mercato online per 40 imprenditrici, per aiutarle a migliorare le proprie conoscenze digitali e ad aprire un proprio canale di vendita online. La formazione, d’altronde, è un’area in cui crediamo molto e su cui abbiamo ha sviluppato un know-how specifico. Durante la prima fase dell’emergenza pandemica, ad esempio, proprio con Dintec abbiamo formato, attraverso i Punti Impresa Digitale, 200 Promoter Digitali, con l’obiettivo finale di trasmettere competenze riguardanti la vendita online su eBay alle imprese nei territori. L’opportunità di collaborare con Dintec ci ha permesso di dare il nostro contributo al percorso di diffusione di competenze specifiche tra gli imprenditori, perché siamo convinti del fatto che la digitalizzazione sia un percorso che deve poggiare su competenze e conoscenze specifiche e che richiede il contributo di attori privati e pubblici. Con questo nuovo progetto, vogliamo concentrarci sul trasferimento di queste competenze alle donne che fanno impresa, per aiutarle a sfruttare questa grande opportunità che arriva dal settore digitale.