Passaggio al nuovo standard di trasmissione TV a rischio, riduzione di capacità per i servizi media audiovisivi, aumento dei prezzi dei servizi di banda per radio e TV non verticalmente integrate. E, non ultimo, “rischio di spegnimento di programmi e servizi propri della televisione gratuita e mancato sviluppo dei programmi in alta definizione”. Sono queste le ragioni che conducono Persidera (di proprietà di F2i), operatore di rete “puro” del digitale terrestre, a opporsi allo slittamento dello switch off verso lo standard Dvb-T2.
La lettera a Mise e authority
In una lettera indirizzata a Mise, Agcom e Antitrust, il player ricorda come un rinvio avrebbe gravi impatti sul sistema e sulla concorrenza.
Serve, si legge nella missiva, “scongiurare gli effetti negativi sul pluralismo radio televisivo e sulla dinamica concorrenziale che la prospettata revisione delle norme esistenti, con lo spostamento temporale non definito in modo certo dell’obbligo dell’adozione degli standard Mpeg-4 e Dvb-T2 assieme alla confermata riduzione delle risorse frequenziali della Banda 700 MHz, prevista per il 30 giugno 2022, potrebbe comportare e tutelare il diritto dell’utenza di continuare a fruire di un’ampia scelta di servizi radiotelevisivi, in particolare di servizi free-to-air in digitale terrestre che sono predominanti nel mercato dei media nazionali”.
Ricambio televisori e studio Fub
A supporto della propria tesi Persidera ricorda come “lo studio Fub più recentemente pubblicato sulla Diffusione degli apparati TV in Italia e scenari evolutivi, aggiornato a marzo 2021, stima che, anche nello scenario non supportato da misure normative che favoriscano il ricambio dei televisori, sole 900mila famiglie sull’intero territorio nazionale si troverebbero senza nuovo ricevitore al 1 settembre 2021”.
Inoltre l’introduzione di queste misure di sostegno nel mese di agosto 2021 “potrebbe comportare in tempi brevi – si legge ancora – l’azzeramento di tale deficit, in linea con la stima Fub”.
Parco TV italiano non giustifica rinvio
Infatti, sostiene Persidera, “lo stato di avanzamento del processo di ricambio dei televisori non giustifica l’aggiornamento della Roadmap, come proposto dal Mise, con misure che non contemplino, contestualmente allo slittamento dell’avvio delle attività di attivazione/spegnimento delle frequenze, anche l’adozione obbligatoria dello standard di compressione Mpeg-4, così come previsto dalla Roadmap vigente”.
Inoltre il Documento proposto dal Mise “non fissando alcun termine per la transizione obbligatoria né per l’Mpeg-4 né per il T2, che rinvia a successivi provvedimenti, genererà ancora più disorientamento e incertezza tra gli operatori del settore e tra gli utenti finali”.