Credo che gli ultimi dati, da quelli dell’Ocse sulla crescita economica che vede l’Italia fare peggio del previsto e peggio degli altri Paesi europei nei prossimi trimestri, a quelli del Cnel, che evidenziano come la produttività del lavoro sia in picchiata in Italia, impongano una riflessione su quanto il nostro settore può dare.
In situazioni così complesse come quella attuale, l’attenzione pubblica si concentra su interventi sul fronte della spesa e fiscali. Come industria delle telecomunicazioni abbiamo in mano una carta importante per invertire la rotta della decrescita: la digitalizzazione. A partire dalla disponibilità dell’accesso alla banda larga si innesca un circolo virtuoso di utilizzo, nuove applicazioni, nuovi posti di lavoro, nuovi modelli sociali e di comunicazione. Per questo credo che diffondere la banda ultralarga nella popolazione sia una chiave importante per dotare il paese di più risorse per la crescita. Un recente studio ha analizzato l’effetto della crescita dell’indice di digitalizzazione (che racchiude indicatori come penetrazione fissa e mobile, velocità, costo dell’accesso, uso di Internet, e-commerce ecc.) sulla crescita economica: ebbene un aumento di questo indice del 10% (in Italia, con un punteggio di 45 siamo tra gli ultimi Paesi europei, ben distanti da Francia, Germania, Gran Bretagna) porta a una crescita del Pil dello 0,5% su base annua.
Fastweb ha appena lanciato un piano che porterà entro due anni il 20% delle famiglie e imprese italiane a poter ricevere l’ultrabanda larga (70-100 mega bps). Un piano rapido, efficiente – anche grazie all’accordo di coordinamento negli investimenti che abbiamo stipulato con Telecom Italia- , concorrenziale, che avrà importanti effetti sulla digitalizzazione del nostro Paese.