LE MISURE

Cina, nuova tegola sulle piattaforme digitali. E i titoli delle big tech soffrono in Borsa

L’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato ha pubblicato una bozza di regole che preludono all’intensificazione dei controlli. Nel frattempo la Sec chiede maggiore chiarezza alle aziende cinesi quotate

Pubblicato il 17 Ago 2021

Cina antitrust

La Cina è pronta a imprimere una nuova stretta contro la concorrenza sleale nel settore di Internet. L’Amministrazione statale per la regolamentazione del mercato (Samr) ha emesso una bozza di regole su una vasta gamma di aree, come l’accantonamento delle recensioni negative a favore di quelle positive.

Cosa prevede la bozza e le ripercussioni in borsa

Le piattaforme Internet quindi non dovranno usare dati, algoritmi e mezzi tecnici per influenzare le scelte dell’utente o metodi per il cosiddetto “dirottamento del traffico”. Fino al 15 settembre è previsto un periodo di “raccolta di osservazioni pubbliche“. La bozza esclude la concorrenza sleale tra società di internet, con una potenziale intensificazione dei controlli statali sulle piattaforme tech quando entrerà in vigore entro fine anno.

Una mossa che ha mandato sotto pressione i listini di Borsa e i titoli del comparto tecnologico. Le azioni dei colossi internet Alibaba, Tencent e Jd.com sono scesi rispettivamente del 2, del 3 e del 4,6% per cento dopo l’annuncio a Hong Kong. L’indice Composite di Shanghai cede il 2%, a 3.446,98 punti, mentre quello di Shenzhen perde il2,52%, a quota 2.392,49.

Gensler chiede maggiore chiarezza alle aziende cinesi quotate

Ma le possibili fibrillazioni del mercato per i titoli tecnologici cinesi non finiscono qui. In un video postato su Twitter il numero uno della Sec Gary Gensler ha spiegato che la Cina non permette a persone al di fuori del Paese di possedere azioni di società di molti settori, come tecnologia e internet, e che quindi “quando pensiamo di investire in un’azienda cinese è più probabile che investiamo in un’azienda nelle Cayman”.

Il presidente della Sec ha illustrato il meccanismo con cui le organizzazioni cinesi costituiscono delle ‘shell companies‘, ovvero imprese senza dipendenti che esistono solo sulla carta, con cui firmano dei contratti e che poi fanno quotare sui mercati americani. “Ho chiesto allo staff di prendere una pausa sulle quotazioni di queste società, di shell companies collegate ad aziende cinesi. Lo staff della Sec deve assicurarsi che questi gruppi dicano chiaramente in che compagnia stiamo investendo, che rivelino i rischi politici e regolatori”, ha attaccato Gensler, ricordando che il governo cinese, “come ha fatto diverse volte recentemente”, può “cambiare le regole durante il gioco” sia per il gruppo in Cina “sia per chi ha investito nella società alle Cayman”.

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