“Siamo in uno snodo decisivo. Stiamo affrontando una doppia transizione ecologica e digitale, se vogliamo che il risultato di questi passaggi sia un Paese più inclusivo dobbiamo avere un servizio pubblico che faccia da motore“. La neo consigliera di amministrazione della Rai Francesca Bria accende i riflettori sulle sfide prossime venture e, in un’intervista al quotidiano La Stampa, evidenzia la necessità di “una Rai più aperta al merito, al talento, alle donne e ai giovani”.
“È interesse di tutti” sottolinea Bria nell’annunciare la sfida digitale della nuova Rai: “Lanciare una piattaforma basata su algoritmi etici, propri di un servizio pubblico” che si traduce nell’“utilizzare i cosiddetti sistemi di raccomandazione delle grandi compagnie come Amazon e Facebook, ma applicando etica e trasparenza”. C’è una differenza dal settore privato – spiega – “che si basa sulla manipolazione e monetizzazione dei dati personali e il servizio pubblico che ha altri criteri”.
Riguardo al tema della sovranità digitale Bria sottolinea che “l’Europa è un punto di riferimento globale per quanto riguarda la regolamentazione ma sulle infrastrutture critiche – 5G, cloud e gestione dei dati – ci affidiamo a colossi americani o cinesi assistendo senza partecipare alla guerra per la supremazia tecnologica che è in corso”.
E sul difficile rapporto fra la politica e il servizio pubblico televisivo secondo Bria “la politica deve indicare le sfide del futuro senza entrare in maniera invadente nelle scelte dell’azienda, che devono valorizzare la competenza, la questione di genere e quella generazionale. Abbiamo ricevuto un mandato forte e impegnativo che dovrà garantire maggiore cultura dell’indipendenza”.