Rete unica Tlc, il dossier non è archiviato, ma la priorità non è più la connettività ma la qualità dei network. Il dibattito si è animato in occasione del Forum Ambrosetti. A questo proposito il ministro per la Transizione digitale, Vittorio Colao, ha detto chiaramente di lasciare “l’appassionante dibattito sulla rete
unica, che è in unicum in Europa, io lo o lascio ad altri”.
“I politici devono fare i politici, i manager devono fare i manager, mischiare i ruoli è pericoloso perché poi non si combina niente – ha spiegato – Il mio lavoro è di assicurarsi che l’Italia al 2026 non abbia situazioni in cui la fibra o il 5G non arrivi ovunque. Noi abbiamo un obiettivo di copertura ed equità, poi come realizzarlo ci saranno delle gare, ci saranno dei fondi pubblici da usare secondo certe regole”.
Rispetto al 5G Colao si è detto ottimista perchè “siamo partiti in tempo, entro fine settembre definiremo i bandi, abbiamo 7 miliardi per permettere al Paese di avere ovunque la fibra e il 5G”.
“Abbiamo piani per le ferrovie, per la copertura delle strade, per i tunnel di montagna, faremo tutto in Italia, per tutti uguali, tutti connessi e ottimisti del futuro”, ha annunciato.
Rete unica, i colloqui Tim-Open Fiber
Sulla rete unica è intervenuto anche l’Ad di Tim, Luigi Gubitosi, spiegando che tra la compagnia “il dialogo con l’azionista di riferimento di Open Fiber (Cdp ndr) continua “perché il nodo non è più la connessione ma la qualità e i suoi servizi”.
“Quando arriveranno i dati Desi sul 2021 vedremo una situazione molto differente – ha puntualizzato – Ora c’è un obiettivo di crescita della connettività e lo step successivo è il cloud che ci porterà a poter usare big data analytics e intelligenza artificiale”.
Tra l’altro il Desi è in ritardo come scritto da CorCom qualche settimana fa. Secondo quanto risulta al nostro giornale fra le motivazioni dello slittamento dell’Indice che mappa lo stato della digitalizzazione dell’economia dei singoli Paesi Ue e che genera la classifica continentale, ci sarebbe un cambio dei parametri di valutazione. Modifiche che potrebbero peraltro sortire sorprese sull’effettivo posizionamento dei singoli Paesi nella classifica generale.
Torando alla rete unica, Gubitosi ha avvertito che la scelta “deve essere una scelta di mercato”. E ora che l’azionista di riferimento di Open Fiber “è diventato uno” c’è la volontà di “capire con lui se ci siano degli spazi”, soprattutto tenuto conto che in passato, “tra i due soci non c’è stata sempre sintonia”.
Se l’obiettivo è “dare connettività a tutti nel minor tempo possibile – ha concluso – vedere due buchi a terra, uno parallelo all’altro, mi fa soffrire per lo spreco di risorse. Come a tutte le cose dove ci sono opinioni differenti c’è bisogno di tempo perché si
realizzino, ma, come la gravità, nel lungo periodo le buone idee vincono”.
Secondo Equita Sim “il tema rete unica non è accantonato. Tim prosegue le interlocuzioni con Cdp convinta della validità del progetto. Il cloud è una grande opportunità per il Paese. Le attività legate al cloud sono in forte crescita anche per Tim (oltre +20%) che intende inoltre candidarsi per la realizzazione del Polo Strategico Nazionale (il Polo dove saranno fatte confluire le attività in cloud della pubblica amministrazione)”.
“Il settore gode di un supporto importante dagli interventi legati ai piani di investimento nel digitale, dal cloud, ai piani su 5G e Ubb, alla Transizione 4.0. In un’ottica di investimento, Equita Sim avverte che “le preoccupazioni principali che però pesano sul titolo a nostro avviso sono relative alla dinamica dei prezzi per i servizi di connettività, che anche in queste settimane hanno visto il lancio di offerte aggressive, anche se a tempo, e gli impatti dell’ingresso di Iliad nel fisso, atteso entro l’anno e quindi ormai imminente”.
Dal cloud nazionale sprint alla crescita
Più che sulla rete unica il dibattito sul ruolo che il digitale puà svolgere per far ripartire il Paese si sta concentrando sul Psn (Polo strategico nazionale). Martedì 7 settembre Colao presenterà il piano per il cloud nazionale.
“Martedi assieme all’agenzia per la cybersicurezza – ha annunciato – presenteremo le policy per la classificazione dei dati per i data center e le regole di cloud first per la pubblica amministrazione”. Relativamente al Psn, “contiamo di ricevere manifestazioni, offerte avevo detto a fine dell’estate, l’estate finisce il 21 settembre, dovremmo arrivarci”.
Per il progetto sono già scese in campo, inviando al Mitd manifestazione di interesse, il Consorzio Italia Cloud e il tandem Almaviva-Aruba mentre sale l’attesa per la proposta di Tim-Leonardo. A questo proposito Gubitosi ha assicurato che arriverà nei tempi giusti: al progetto stanno lavorando anche Cdp e Sogei. “Il Ministro non rimarrà deluso, l’offerta si farà e credo risponderà alle esigenze, ne parleremo a fine mese quando sarà avanzata la proposta. Ci saremo, puntuali come auspicato dal ministro oggi”.
Il prossimo Google? Potrebbe essere europeo
Focus anche sull’autonomia tecnologica della Ue. L’autonomia strategica dell’Europa sul piano tecnologico è molto importante, “perché quando si è indipendenti si può negoziare e collaborare meglio – ha spiegato Colao – Credo sia importante dedicare una parte del Pnrr a ristabilire una forte autonomia europea sul piano tecnologico, perché in futuro non possiamo permetterci di dipendere dagli altri: preciso che questo non significa fare tutto da soli, ma negoziare alla pari con gli altri”.
“Ci sono grandi opportunità, dobbiamo usare dei fondi del Pnrr per rendere l’Europa un terreno fertile per far sì che la prossima giant tech sia europea, dobbiamo creare l’ambiente, l’infrastruttura, il quadro normativo e gli incentivi finanziari. La prossima Google, Amazon o Netflix la deciderà ovviamente il mercato ma non possiamo pensare che sia impossibile”, ha concluso.
Il piano sul cloud nazionale
Martedì 7 settembre il ministro per la Transizione digitale, Vittorio Colao, presenta la “Strategia Cloud Italia”, il documento di indirizzo strategico per l’implementazione e il controllo del Cloud della PA.
Saranno presenti il Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale Vittorio Colao, il Sottosegretario di Stato delegato alla Sicurezza Franco Gabrielli, Roberto Baldoni direttore generale dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e Paolo de Rosa, Chief Technology Officer del Dipartimento per la Trasformazione digitale.
Previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il Polo Strategico Nazionale (PSN) si presenta come una infrastruttura dedicata in cloud, localizzata sul territorio nazionale e all’avanguardia per prestazioni e sicurezza, sul quale migrare dati e servizi strategici della PA, a supporto del processo di trasformazione digitale con strategia “cloud first”. Una nuova infrastruttura che sarà gestita da un operatore economico selezionato attraverso l’avvio di un partenariato pubblico-privato su iniziativa di un soggetto proponente.
Dei 6 miliardi previsti dal Pnrr per la digitalizzazione della PA, circa 1 miliardo andrà a finanziare il processo di consolidamento dei data center, con la migrazione dei dati e degli applicativi informatici delle singole amministrazioni verso un ambiente cloud.