LO STUDIO

Pnrr, Ocse: “La priorità per l’Italia deve essere la digitalizzazione della PA”

Il successo del Piano legato alle riforme per la crescita e alla modernizzazione della macchina pubblica: meno norme, più risultati, disciplinamento dei settori dei servizi e dell’economia verde per fare da volano a investimenti e nuova occupazione

Pubblicato il 06 Set 2021

Ocse PA digitale

Nella ripresa post-pandemia l’Italia dovrà ripartire dalle riforme e dal sostegno del governo all’innovazione. La spinta numero uno alla crescita economica sarà una PA digitalizzata e snella, capace di promuovere politiche green, creare posti di lavoro e semplificare la creazione d’impresa. Lo afferma l’ultimo Studio economico dell’OCSE sull’Italia e (“Studi economici dell’Ocse: Italia 2021”).

Accrescere l’efficacia del settore pubblico italiano è una necessità impellente, afferma lo studio. Sarà fondamentale per rilanciare gli investimenti e la produttività e migliorare l’accesso a servizi pubblici di qualità per i più vulnerabili. La qualità dei beni e dei servizi pubblici è incostante e questo affievolisce la resilienza dell’Italia dinanzi a eventi traumatici come la crisi Covid-19 e riduce la capacità del Paese di garantire una ripresa più sostenuta ed inclusiva. Inoltre, la regolamentazione eccessiva e la sua onerosa applicazione aumentano i costi operativi delle imprese. I livelli di fiducia nei confronti delle istituzioni pubbliche e dell’erogazione di servizi pubblici sono tra i più bassi di tutti i Paesi dell’Ocse.

Eppure proprio la ripresa post-Covid e il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) offrono all’Italia una straordinaria opportunità per affrontare gli ostacoli che da tempo si frappongono alla creazione di posti di lavoro e per elevare gli standard di vita.

L’economia digitale e green favorisce gli investimenti

Il Pnrr, prosegue lo studio, offre un’occasione unica per creare un’economia più verde, più digitalizzata e più produttiva. Il governo italiano ha fissato un programma ambizioso che attribuisce giustamente priorità alle riforme della concorrenza e del settore pubblico e al rafforzamento dell’efficacia dei sistemi di giustizia civile allo scopo di affrontare l’incertezza, i ritardi e i costi che attualmente ostacolano gli investimenti. La competitività delle imprese italiane può essere migliorata attraverso investimenti nelle infrastrutture verdi e nella banda larga.

Lo studio suggerisce che le possibilità di riuscita dell’attuazione del piano di riforme sono molto più elevate rispetto al passato. Sono stati divulgati metodi di attuazione, tappe fondamentali e obiettivi chiari per l’erogazione dei fondi a titolo di Next generation Eu e le leggi di recente approvazione relative alla semplificazione degli investimenti verdi e al sostegno al processo decisionale contribuiranno al successo dell’attuazione del piano.

La PA digitale sosterrà la riuscita del Pnrr

La piena attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza contribuirà a colmare le carenze di competenze nel settore pubblico, a favorirne la digitalizzazione e a ridurre gli ostacoli normativi che non consentono ai dipendenti pubblici di conseguire i risultati attesi. Lo studio esprime un parere positivo sui meccanismi predisposti per l’attuazione del piano e afferma che l’amministrazione pubblica diverrebbe in generale più forte e snella riducendo il numero di norme esistenti, disciplinando il settore dei servizi e dell’economia verde e concentrandosi maggiormente sui risultati, allineandosi in tal modo alle priorità del governo e favorendo una crescita sostenuta. Lo studio raccomanda inoltre di promuovere un miglior coordinamento tra i diversi livelli di governo dell’Italia.

Lo studio è stato presentato davanti al ministro dell’Economia e delle finanze Daniele Franco dal Segretario fenerale dell’Ocse Mathias Cormann che ha affermato: “Il Piano nazionale di ripresa e resilienza dell’Italia stimola una crescita più forte, più verde, più equa e più digitalizzata che apporterà benefici a tutti gli italiani e offrirà loro maggiori opportunità per superare il momento di crisi. Il rafforzamento dell’efficacia del settore pubblico è un elemento cruciale per garantire la riuscita del Pnrr, che deve essere attuato nel suo complesso ed integrato da riforme a sostegno della crescita, che prevedano maggiori investimenti nelle infrastrutture verdi e nel settore della ricerca e sviluppo, nonché da riforme che promuovano un’efficace trasformazione digitale dell’economia italiana”.

Sì alla politica dei sostegni fiscali

Secondo lo studio il sostegno del governo italiano alle famiglie e alle imprese italiane duramente colpite dalla crisi dovrebbe continuare fino a quando la ripresa non si sarà ampiamente consolidata e dovrebbe divenire sempre più mirato con il rafforzarsi dell’economia. 

Per l’Ocse il sostegno fiscale è riuscito a mitigare in maniera efficace le perdite in termini di posti di lavoro e a preservare la capacità produttiva e consentirà di stimolare la ripresa sul breve termine con l’accelerazione dei tassi di vaccinazione e l’allentamento delle restrizioni. L’aumento della spesa pubblica, anche a titolo dei fondi di Next generation Eu, sosterrà maggiori investimenti e sarà accompagnato da un clima di maggiore fiducia e da un aumento della domanda.

L’Ocse stima la crescita economica dell’Italia al 5,9% per l’anno in corso e al 4,1% per il 2022, dopo una diminuzione del Pil pari all’8,9% registrata nel 2020. Un secondo trimestre più forte del previsto spiega la revisione al rialzo delle previsioni di crescita pari al 4,4% per il 2021 contenute nelle Prospettive economiche dell’Ocse pubblicate nel maggio scorso.

Lo scenario di lungo termine

Una volta attenuatasi la pandemia, lo studio raccomanda  di riformare necessariamente la spesa pubblica e la politica fiscale al fine di integrare il Pnrr. Attualmente, la spesa legata alle pensioni toglie spazio agli investimenti nelle infrastrutture, nell’istruzione e nella formazione, penalizzando i giovani, molti dei quali sono disoccupati e a rischio di povertà.

Il tasso di partecipazione alla forza lavoro rimane particolarmente basso per le donne, in particolare quelle con figli. Dallo Studio si evince la necessità di migliorare l’accesso ai servizi di assistenza all’infanzia e alla formazione per gli adulti in tutte le regioni.

Rispetto alla media Ocse, le imposte sul lavoro restano troppo elevate. Lo studio raccomanda di attuare una riforma fiscale globale per ridurre la complessità del sistema e abbassare le imposte sul lavoro. Tale riforma dovrebbe essere finanziata attraverso un miglioramento della compliance, favorita a sua volta da un maggiore ricorso alla tecnologia e ai pagamenti con carta.

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