4.525 punti: a tanto ammonta lo spread tra Italia e Germania se, invece di guardare al differenziale tra i titoli di Stato italiani e tedeschi a dieci anni, si guarda al raggiungimento degli obiettivi dell‘Agenda digitale. E’ quanto rileva uno studio di Accenture, presentato al convegno Beetween a Capri, che fotografa la situazione a gennaio 2012, basandosi dunque sui dati 2011. A confronto con lo spread digitale, il differenziale tra i titoli di Stato, pur guardando al picco di luglio scorso a quota 537 punti base, è ben poca cosa (circa un ottavo di 4.525).
In particolare, spiega Accenture nel suo studio, in Italia le Pmi che vendono online i loro prodotti sono solo il 4%, un dato molto lontano dall’obiettivo europeo del 33%. La Germania in questo settore è molto più avanti. Le piccole e medie imprese che propongono la loro merce in una “vetrina digitale” sono infatti il 21%. Stesso discorso per la popolazione che abitualmente si collega a Internet. Il traguardo europeo per il 2015 è al 68%. Gli italiani che navigano sul web sono invece il 51% del totale, contro il 77% dei tedeschi.
Alto anche il divario sull’e-government: il 50% dei tedeschi si relaziona con le istituzioni per via telematica, mentre gli italiani che lo fanno sono solo il 22% della popolazione. Secondo il rapporto ora è il momento di agire per recuperare il gap. Per farlo, sostiene Accenture, “sono necessarie azioni forti della pubblica amministrazione e dei grandi operatori. Si deve stimolare la domanda (magari abbassando l’Iva al 10% per tutti prodotti acquistati sul web e al 4% per i prodotti fatti in Italia) e incentivare l’offerta (ad esempio sviluppando un marchio di riconoscimento per il turismo made in Italy)”.