I pagamenti cashless sono sempre più utilizzati dagli italiani, e a dimostrarlo ci sono gli ultimi dati che provengono dall’osservatorio sul turismo cashless di SumUp, secondo cui nell’estate 2021, tra il primo giugno e il 15 agosto, le transazioni sono cresciute del 71% nel corso dell’ultimo anno e del 113% percento nel biennio. Per evidenziare la dinamicità del settore è interessante notare come se da una parte il valore del transato medio per commerciante nel campo del turismo e della ristorazione è cresciuto del 46% rispetto al 2020 e del 32% rispetto al periodo pre-covid del 2019, dall’altra assistiamo a un progressivo abbassamento dello scontrino medio, che testimonia come i consumatori siano sempre più propensi a pagare in modalità cashless anche per piccoli acquisti.
“I numeri del turismo si inseriscono perfettamente nell’ambito della rivoluzione digitale che ha caratterizzato il Paese negli ultimi due anni, anche a causa della pandemia, e che ha avuto risvolti importanti soprattutto per quanto riguarda i pagamenti – afferma Umberto Zola, Country Growth Lead Italia di SumUp – Le soluzioni cashless sono sempre più apprezzate ed utilizzate sia da parte dei commercianti, che dei clienti, da un lato per la possibilità di integrare cassa fisica e online più facilmente, dall’altro per la sicurezza, poiché assicurano il distanziamento, evitano lo scambio di contanti e il crearsi di file e assembramenti in cassa”.
Lo studio stila inoltre la classifica delle città più “cashless” in Italia, che vede in testa Trieste – arrivata in vetta dopo una vera e propria scalata, se si considera che lo scorso anno era in venticinquesima posizione – seguita da Livorno in seconda posizione (era quarantaseiesima lo scorso anno). Sul terzo gradino del podio Vibo Valentia, che guadagna tre posizioni.
“È interessante notare come, con il passare del tempo, stiano diventando sempre più popolari e accettate anche da parte dei commercianti le transazioni digitali per cifre più piccole, dal caffè al bar, al noleggio dell’ombrellone”, spiega ancora Zola. A registrare uno scontrino medio puù basso in tutti i periodi sono soprattutto i bar, con un -6% tra 2019 e 2020 e un -15% tra 2020 e 2021. IL calo più sostanzioso dello scontrino medio si registra invece nel turismo con un -30% tra 2019 e 2020 e ulteriore -15% tra 2020 e 2021, mentre per i ristoranti il calo è stato dell’11% tra il 2019 e il 2020 e del 18% tra il 2020 e il 2021. In controtendenza gli Hotel, con una crescita dello scontrino medio del 3% nel 2021 e una diminuzione del 14% sul numero medio di transazioni per esercente rispetto al 2020, probabilmente correlato alle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria.
“La presenza di pagamenti ‘stranieri’ legati al turismo segue ovviamente il corso della pandemia: la più alta rappresentazione di carte di credito internazionali si è verificata in tempi pre-Covid tra aprile (39%), e ottobre 2019 (33%)”, aggiunge Zola. Di fatto, nel 2020 si era registrato un calo di quasi il 55% della quota di transazioni internazionali in Italia, mentre nel 2021 si è notato un aumento del 16% rispetto al 2020: una percentuale che racconta come il turismo stia naturalmente seguendo l’evoluzione della situazione sanitaria. “Difficile predire quello che sarà il trend del turismo straniero – e quindi dei pagamenti con carte internazionali – per i prossimi mesi, ma siamo convinti che, per quanto riguarda i pagamenti interni, sarà difficile tornare indietro verso il contante ora che tanto i commercianti, quanto i consumatori hanno compreso e preferito la comodità del cashless in ogni contesto”, conclude Zola.