YouTube lancerà nel mondo un progetto già sperimentato negli Stati Uniti in base al quale vengono pagate in anticipo cifre sostanziose a gruppi multimediali o rinomati artisti affinché producano contenuti altamente professionali per il sito, con l’obiettivo finale di attrarre maggiori investimenti pubblicitari.
Come ha spiegato Robert Kyncl, vicepresidente e responsabile globale dei contenuti di Youtube, sono già stati firmati accordi per retribuire in anticipo produttori di video in Germania, Francia, Regno Unito e negli Usa. Il sito, acquistato da Google nel 2006 per circa 1,6 miliardi di dollari, punta a creare una sessantina di canali “originali” che rientrino in categorie come sport, salute e commedia.
I dettagli finanziari dell’operazione non sono stati rivelati, ma gli analisti ritengono che nei prossimi anni Youtube potrebbe arrivare a spendere centinaia di milioni di dollari per ottenere contenuti professionali che diventerebbero “brand safe” per i pubblicitari, notoriamente diffidenti a collocare pubblicità all’interno dei video amatoriali di cui Youtube è ricca.
In generale, ha specificato il vicepresidente, da qui a 10 anni il terzo sito più visitato al mondo intende passare dai video di bassa qualità postati dagli stessi utenti, e dai successi “virali” che impazzano per la rete, a video musicali che possano garantire “una audience continuativa”.
L’obiettivo finale è conquistare parte del mercato pubblicitario ancora legato al settore televisivo. L’anno scorso negli Usa sono stati spesi circa 60 miliardi di dollari in pubblicità andata in onda sui canali televisivi e solo 2 miliardi per quella online, ma molti dirigenti del settore ritengono che le cose cambieranno, anche perché diminuisce gradualmente il tempo trascorso dagli spettatori davanti alla tv e aumenta quello speso su Internet.
Secondo Mark Mahaney, analista di Citygroup, YouTube genererà quest’anno circa 3,6 miliardi di entrate, un notevole aumento rispetto ai 2,4 miliardi dell’anno scorso. Circa il 55% viene diviso tra gli autori dei video, il resto va al sito.