Le opzioni di navigazione Internet a “tariffa zero” da cellulare offerte da alcuni operatori telefonici sono contrarie alle norme dell’Ue sulla net neutrality. Lo ha concluso la Corte di giustizia europea in un caso sottoposto all’attenzione dell’organo comunitario da due giudici tedeschi. Questi devono pronunciarsi su due controversie separate che vedono opposte, da un lato, Vodafone e Telekom Deutschland e, dall’altro lato, la Bundesnetzagentur (Agenzia federale per le reti della Germania) e il Bundesverband der Verbraucherzentralen, un’associazione tedesca per la tutela dei consumatori.
Le controversie sono insorte in merito alle caratteristiche delle opzioni cosiddette zero-rating che implicano restrizioni di banda o di accesso al roaming.
Come spiega la Corte di giustizia dell’Ue lo zero-rating è una pratica commerciale mediante la quale un fornitore di servizi di accesso a Internet applica una tariffa a costo zero o molto vantaggiosa a tutto o a una parte del traffico di dati associato a un’applicazione o a una categoria di applicazioni specifiche proposte da alcuni partner del fornitore di accesso a Internet. I due giudici tedeschi hanno interrogato la Corte di giustizia sulla compatibilità con il diritto dell’Unione della limitazione, da parte di un fornitore di servizi di accesso a Internet, della larghezza di banda, della condivisione della connessione (tethering) o dell’utilizzo in roaming quando il cliente sceglie una opzione a “tariffa zero”.
I casi di Vodafone Pass e Telekom Deutschland
Per quanto riguarda Vodafone Germania, le opzioni a “tariffa zero” denominate Vodafone Pass sono valide soltanto nel territorio tedesco. All’estero, il volume di dati consumato per l’utilizzo dei servizi di imprese partner è detratto dal volume di dati compreso nel piano tariffario di base. Inoltre, nel caso di utilizzo tramite una condivisione della connessione (wifi, hotspot con tethering), Vodafone detrae il consumo di dati dal volume di dati compreso nel piano tariffario.
Telekom Deutschland propone ai suoi clienti finali, per alcuni dei suoi piani tariffari, un’opzione aggiuntiva (add-on option) sotto forma di un’opzione tariffaria gratuita del tipo “tariffa zero” denominata “Stream On”. L’attivazione di tale opzione consente di non detrarre il volume di dati consumato mediante lo streaming audio e video, fornito da partner di contenuti di Telekom Deutschland, dal volume di dati compreso nel piano tariffario di base. Tuttavia, attivando tale opzione, il cliente finale accetta una limitazione della larghezza di banda a un massimo di 1,7 Mbit/s per lo streaming video.
La sentenza della Corte: “tariffa zero” contraria alla net neutrality
Con le sue sentenze la Corte di giustizia ha ricordato che un’opzione a “tariffa zero” come quelle descritte “opera, sulla base di considerazioni di ordine commerciale, una distinzione all’interno del traffico Internet, non detraendo dal piano tariffario di base il traffico verso applicazioni di partner. Una siffatta pratica commerciale non soddisfa l’obbligo generale di trattamento equo del traffico, senza discriminazioni o interferenze, quale previsto dal regolamento sull’accesso a un’Internet aperta”.
Le limitazioni della larghezza di banda, della condivisione della connessione (tethering) o dell’utilizzo in roaming, dal momento che trovano applicazione unicamente a causa dell’attivazione dell’opzione tariffaria a tariffa zero, che è contraria al regolamento sull’accesso a un’Internet aperta, sono anch’esse incompatibili con il diritto dell’Unione.
La Corte ovviamente non risolve la controversia nazionale. Spetta al giudice nazionale risolvere la causa conformemente alla decisione della Corte. Ma questa decisione vincola egualmente gli altri giudici nazionali ai quali venga sottoposto un problema simile.
La bocciatura dell’Ue allo zero-rating
La Corte di giustizia europea aveva già chiarito a dicembre scorso che le pratiche di zero-rating possono essere proibite sulla base del regolamento Ue che ha introdotto in Europa le norme sulla net neutrality.
Con la sentenza relativa a una disputa sorta in Ungheria e che coinvolgeva l’operatore Tlc Telenor, la Corte ha per la prima volta ha interpretato il regolamento dell’Unione che sancisce la neutralità di Internet (Regolamento Ue 2015/2120 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2015, che stabilisce misure riguardanti l’accesso a un’Internet aperta).
La Corte ha detto che gli obblighi di protezione dei diritti degli utenti di Internet e di trattamento non discriminatorio del traffico vietano che un fornitore di accesso a Internet privilegi talune applicazioni e taluni servizi mediante pacchetti che consentono a tali applicazioni e servizi di beneficiare di una “tariffa zero” e che assoggettano l’utilizzo delle altre applicazioni e degli altri servizi a misure di blocco o di rallentamento.