Dal 1° ottobre l’accesso ai servizi pubblici sarà possibile solo via Spid: le PA non rilasceranno più le loro credenziali e gli utenti potranno usufruire delle prestazioni solo se dotati di un’identità digitale. Coloro che invece dispongono di pin e password possono usarle fino a fine anno ma nel 2022 anche per loro scatta l’obbligo. In questo scenario di trasformazione CorCom ha lanciato un sondaggio social per capire quanto è utilizzata l’identità digitale e che criticità eventualmente emergano.
Abbiamo chiesto un’opinione su Sistema pubblico di identità digitale, dando la possibilità di spuntare le seguenti risposte:
- Già uso Spid
- Uso poco Spid
- I servizi scarseggiano
- Spid non mi serve
Le risposte su Linkedin e Twitter sono abbastanza allineate. Sul social dei professionisti l’89% afferma di usare già Spid a fronte di un 6% che lo usa poco. A pari merito (2%) la quota di coloro secondo cui l’applicazione non serve o secondo i quali i servizi della PA scarseggiano.
Il decreto semplificazioni 2021 introduce la possibilità di usare Spid su delega. Il decreto nella parte relativa al “Superamento del divario digitale” spiega che che “al fine di agevolare il superamento del divario digitale si favorisce il sistema delle deleghe da parte di soggetti titolari di identità digitale. È potenziato il sistema delle banche dati e dello scambio di informazioni tra le stesse“.
Nella pratica un cittadino che ancora non ha attivato Spid può delegare un altro, dotato invece dell’idenità digitale, ad accedere per suo conto ai servizi online della PA.
Inoltre è possibile richiedere con Spid i certificati anagrafici di altre persone. E’ sufficiente accedere con il proprio Spid all’anagrafe online di un Comune che ha attivato il servizio di richiesta di certificati di terzi, registrarsi con la propria carta di identità e avere il codice fiscale della persona di cui si intende chiedere il documento. L’atto richiesto apparirà in formato Pdf. Non serve che il soggetto di cui si richiedono i documenti e quello che li sta richiedendo siano interrogati online siano residenti nel Comune “interrogato online” ma solo che il cittadino di cui si chiedono le info anagrafiche risieda in un Comune collegato ad Anpr.
La possibilità di accedere ai documenti anagrafici di altre risale al 1989, quando l’articolo 33 del Dpr 223 (il regolamento delle anagrafi) ha previsto che ciascun cittadino possa chiedere, previa identificazione, i certificati anche di terzi.