L’allarme sicurezza lanciato dal governo Usa nei giorni scorsi che ha coinvolto Huawei e Zte non avrà un impatto significativo sulle sorti delle sue società. A dirlo la società di analisi Ihs, secondo cui le conclusioni dell’indagine della House Intelligence Committe non sono nuove ma poggiano su una “reticenza” che le autorità Usa mostrano da anni; anni in cui il business di Zte e Huawei non ne ha risentito.
“Il governo degli Stati Uniti ha bloccato numerosi contratti e offerte di acquisizione tra imprese americane e produttori cinesi, di solito in modo indiretto – spiega Lee Ratcliff, principal analyst di Ihs – Oggi l’unica differenza è che il governo Usa ha esplicitato i suoi timori, rendendo pubblici risultati di un’inchiesta”. Ihs è convinta che le vendite di Huawei e Zte non caleranno. “La difficoltà delle due aziende di penetrare nel mercato Usa – puntualizza Ratcliff – non ha impedito loro di salire ai vertici del mercato globale”.
Nel febbraio 2011 Huawei è stata costretta a ritirare l’offerta di acquisizione di 3Leaf, azienda specializzata in server con sede nella Silicon Valley, dopo le pressioni ricevute dalla Cfius (Committee on Foreign Investment in the United States).
Nel novembre dello stesso anno, Zte ha detto che non avrebbe dato seguito alle sue offerte per rilevare reti locali a causa di ostacoli politici. Qualche giorno dopo la House Intelligence Committe ha annunciato di avere avvito un’indagine sulle due cinesi.
Inoltre, nonostante abbia assicurato il governo Usa di non vendere le proprie attrezzature all’Iran, Zte si è vista diventare oggetto di inchiesta sia da parte del Dipartimento del Commercio sia da parte dell’Fbi che la accusavano proprio di vendere prodotti al Paese mediorientale.
Il problema sicurezza nazionale non preoccupa solo gli Stati Uniti. Anche l’India sta iniziando a lanciare allarmi in questa direzione. “Zte assicura i carrier statunitensi e le agenzie governative degli che i suoi prodotti sono sicuri”, ha dichiarato David Dai Shu, direttore dei Global Affairs di Zte. L’azienda ha voluto evidenziare che le attrezzature vendute negli Usa anche da parte di vendor occidentali contengono componenti in gran parte realizzati in Cina.
“Data la gravità delle raccomandazioni della House Intelligence Committe, Zte raccomanda che l’indagine della commissione si estenda anche alle altre aziende occidentali che fabbricano i loro prodotti in Cina – ha sottolineato Dai Shu – Questo è l’unico modo per proteggere realmente la sicurezza nazionale”.
Intanto il portavoce della House Intelligence Committe ha detto che continueranno le indagini su Huawei e Zte dopo le numerose chiamate ricevute da parte di imprese che denunciavano funzionamenti sospetti nelle attrezzature delle società cinesi.