L'INTERVISTA

Banda ultralarga, Eric Festraets: “Spingere la domanda di fibra è questione prioritaria”

Secondo il presidente dell’Ftth Council Europe, sono necessarie azioni forti a partire dallo “spegnimento” del rame e dalla chiarezza sulle offerte. Determinante il ruolo del governo nel digitalizzare i servizi per cittadini e imprese e nell’incoraggiare, attraverso incentivi economici, l’attivazione di linee ultrabroadband

Pubblicato il 30 Set 2021

Eric-Festraets

Cresce la diffusione delle reti in fibra in Europa. L’Italia, stando agli ultimi dati presentati dall’Ftth Council Europe, è tra le best practice con Germania, Regno Unito e Paesi Bassi. Ma la classifica appare invertita se si considera la domanda di banda ultralarga. Quali le motivazioni alla base di questa annosa situazione? E come invertire il trend? Eric Festraets, Presidente dell’Ftth Council Europe fa il punto con CorCom sull’evoluzione dello scenario e sulle azioni da intraprendere.

“La diffusione della fibra sta effettivamente progredendo a un ritmo rapido ed è stata raggiunta una pietra miliare chiave con la copertura Ftth/B nell’Ue39 che raggiunge più della metà delle abitazioni totali. Italia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito sono in basso nella nostra classifica europea per i tassi di penetrazione – abbonamenti delle famiglie a Ftth/B / famiglie-  e ciò significa che hanno il maggiore potenziale di crescita da qui al 2026. Dopo l’implementazione della rete, l’adozione sarà dunque la prossima sfida e, a nostro avviso, diverse misure potrebbero favorire l’adozione di servizi completi in fibra”, sottolinea il presidente.

Festraets, quali sono gli ostacoli sul cammino?

Innanzitutto, riteniamo che lo sviluppo di nuovi servizi di massa basati sulla capacità del full-fibre (velocità, latenza, robustezza, affidabilità) farà scattare gli abbonamenti degli utenti finali. Altro elemento chiave sarà l’upgrade della connettività domestica per evitare i colli di bottiglia nella larghezza di banda ai margini della rete. In Ftth Council stiamo attualmente lavorando sulla questione nell’ambito del nostro comitato per l’eccellenza della banda larga domestica. Una delle questioni è poi quella delle offerte: è fondamentale evitare la pubblicità ingannevole, vale a dire l’utilizzo di “fibra” o “velocità della fibra” negli annunci per la banda larga basata su rame, quando l’offerta pubblicizzata non è realmente basata su una connessione in fibra. L’uso improprio della parola fibra nelle offerte impedisce ai consumatori di fare una scelta informata sui prodotti a loro disposizione e rischia di ostacolare il decollo della fibra e lo sviluppo di business case. Riteniamo, dunque, che i piani per la dismissione del rame siano essenziali poiché anche lo spegnimento del rame svolgerà un ruolo importante nel passaggio alla fibra. Ma questa transizione deve essere preparata in modo tale che nessun cittadino o impresa venga lasciata indietro. Anche la lotta ai cambiamenti climatici è un elemento che potrebbe potenzialmente influenzare la crescita della fibra. A nostro avviso, imporre l’uso di reti interamente in fibra è il modo più semplice per raggiungere l’obiettivo della carbon neutrality come stabilito nel Green Deal europeo. La fibra è la tecnologia più a prova di futuro i cui parametri di qualità non hanno eguali ed è anche la tecnologia più efficiente dal punto di vista energetico. Infine, anche governi e autorità pubbliche giocheranno un ruolo importante, sia attraverso la digitalizzazione dei loro servizi, sia incentivando i cittadini con misure lato domanda come i voucher per attivare i servizi in fibra.

L’era del calcio in streaming è appena iniziata in Italia a seguito dell’accordo Tim-Dazn. C’è chi sostiene che il calcio in streaming consentirà un cambiamento della domanda di fibra proprio perché serviranno connessioni più performanti. Cosa ne pensa? Il calcio e lo sport più in generale possono rappresentare le killer application della fibra? E quali sono gli altri servizi che possono trainare la domanda di connessioni veloci?

Ci sono molte killer application per la fibra. Ad esempio l’e-health ma anche il gaming poiché la latenza offerta dalla fibra è unica rispetto a qualsiasi altra tecnologia. Quando si effettuano operazioni tra ospedali, si ha bisogno di connessioni Internet affidabili e a velocità gigabit. E ci sono molte altre applicazioni di cui oggi non siamo nemmeno a conoscenza e che si svilupperanno con l’aumento della diffusione della connettività in fibra. È importante però che a fronte di una adozione crescente della fibra da parte dei cittadini bisogna evitare che la connettività domestica diventi un collo di bottiglia. I nuovi servizi gigabit che vengono creati devono raggiungere in modo efficiente i dispositivi degli utenti finali senza degrado della velocità o delle prestazioni, questo è il motivo per cui abbiamo creato un comitato di eccellenza della banda larga che si propone di esaminare queste criticità.

La pandemia ha stravolto i piani di digitalizzazione in molti Paesi europei con una spinta a progetti e investimenti. Il Next Generation Eu prevede una grande quantità di fondi per il digitale e di conseguenza per le reti in fibra e 5G. Crede che lo scenario europeo cambierà nel breve termine o ci vorranno anni per un’Europa pienamente connessa alla banda ultralarga?

Nei giorni scorsi, durante il suo discorso sullo stato dell’Unione, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha definito il digitale il problema “make or break”, mettendo la fibra e il 5G al centro della strategia europea. La proposta di decisione della Commissione Ue che istituisce il programma politico 2030 “Path to the Digital Decade” definisce obiettivi molto chiari per la trasformazione digitale dell’Europa entro il 2030. C’è ancora molta strada da fare prima di raggiungere gli obiettivi, ma ora abbiamo un percorso con metriche chiare su cui lavorare. Ritengo che la soluzione sia nel mix di investimenti privati integrati con fondi pubblici in aree specifiche, facendo leva sulle risorse del Next Generation EU ed i Recovery and Resilience Facility Fund nelle aree in cui non è prevista la posa della fibra.

Il 5G va a rilento in Europa: ciò penalizza anche l’andamento della fibra?

È ormai chiaro che fibra e 5G sono complementari. Il 5G farà sempre più affidamento su un’infrastruttura di backhaul in fibra molto solida, fondamentale per scaricare la quantità esponenziale di dati che circolano sulle reti mobili. Tuttavia, le implementazioni in fibra hanno una loro dinamica e non sono influenzate dalla velocità di avanzamento del 5G. Abbiamo appena raggiunto il 50% degli abbonamenti domestici europei, indipendentemente dalla copertura 5G. Ovviamente, se le implementazioni del 5G iniziano ad aumentare rapidamente, ciò potrebbe avere un impatto sulla domanda di fibra poiché sono possibili sinergie. Da un nostro studio emerge che ci sono molte opportunità di risparmio sui costi dell’implementazione di reti Ftth e 5G in parallelo ed è qui che a mio avviso il collegamento tra fibra e 5G sarebbe più significativo.

C’è il grande problema del divario nelle zone rurali. La connettività satellitare è in ripresa dopo la discesa in campo di nuovi player, come Amazon e non solo. Portare la fibra in aree remote non è facile, a volte anche a causa delle caratteristiche orografiche dei territori: il mix tra fisso e mobile può rappresentare la svolta?

Comprendiamo che in aree più remote come le montagne, la distribuzione della fibra può rappresentare una sfida e potrebbero essere prese in considerazione soluzioni tecnologiche alternative. Per alcuni utenti finali, sarà un miglioramento della loro connessione rispetto a quello che avevano e potrebbe essere una soluzione temporanea. Tuttavia, riteniamo che le aree rurali dovrebbero beneficiare degli stessi servizi delle aree urbane. Se si investe in tecnologie “migliorative” e non a prova di futuro, si creerebbe un altro digital divide con abbonati che non avrebbero accesso alla stessa qualità di servizi di altre regioni e perderebbero i vantaggi offerti dalla connettività full-ultrabroadband.

Agli operatori di telecomunicazioni viene chiesto di spingere gli investimenti in fibra per dare la possibilità a un numero sempre maggiore di cittadini e imprese di poter contare su connessioni ad alta capacità, anche a seguito della forte diffusione dello smart working. Ma le telco europee sono tutte più o meno in sofferenza: i margini sono sempre più stretti, la guerra dei prezzi continua ad essere forte. Come conciliare le esigenze?

La concorrenza è essenziale in quanto è la forza trainante per gli investimenti. Sebbene l’Ftth Council Europe sia agnostico rispetto ai modelli di business degli operatori Ftth, riteniamo che un quadro normativo prevedibile e stabile volto a garantire un adeguato ritorno dell’investimento sia l’innesco di qualsiasi decisione di investimento. A nostro avviso, gli operatori di telecomunicazioni possono ora fare affidamento sul nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche che ha aggiunto l’obiettivo di investimento ai tre obiettivi normativi preesistenti di promuovere la concorrenza, promuovere il mercato interno e promuovere gli interessi dei cittadini dell’Ue. Questo nuovo obiettivo di investimento garantisce che eventuali obblighi normativi tengano conto dei rischi sostenuti dagli operatori che investono garantendo nel contempo la concorrenza. Con più abbonati si otterrà un ritorno sugli investimenti più rapido e più elevato ed è per questo che l’adozione della fibra sia il problema su cui pensiamo che i responsabili politici dovrebbero agire.

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