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5G, China Mobile si affida a Huawei e Zte. Ericsson e Nokia pagano lo scotto della tech war

Ennesimo contraccolpo del braccio di ferro commerciale e tecnologico tra Stati Uniti e Cina. Il market share cinese dei due big scandinavi sempre più risicato

Pubblicato il 05 Ott 2021

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I vendor europei di attrezzature telecom continuano a soffrire sul mercato cinese per effetto della trade war: Ericsson e Nokia non hanno ottenuto alcuna porzione del nuovo contratto assegnato da China Mobile per la costruizione della sua rete 5G. Una gara del valore di 7,5 miliardi di yuan- circa 1,16 miliardi di dollari – in cui sono state accettate solo le offerte dei fornitori nazionali, Huawei e Zte.

Il sito C114.net riporta che le due aziende hanno presentato proposte simili (7,49 miliardi di yuan la prima, 7,46 miliardi la seconda) e gareggiano per il contratto di fornitura di apparati per la rete core convergente 4G/5G di China Mobile. La testata cinese non menziona altri candidati, lasciando intendere che alle rivali europee non è stato dato alcuno spazio.

La guerra del 5G tra Svezia e Cina

Ericsson paga le conseguenze della stretta della Svezia contro la partecipazione di Huawei ala realizzazione delle reti 5G nazionali. Il governo di Stoccolma ha seguito la linea del “ban” statunitense.

Ericsson si sta addirittura preparando a chiudere il centro di ricerca e sviluppo di Nanchino, uno delle sue strutture R&D in Cina, e a trasferire i 630 dipendenti al fornitore di software finlandese TietoEvry, che avrebbe accettato di assumere il personale.

Nel secondo trimestre dell’anno, come evidenziato dal rendiconto finanziario, la svedese ha registrato un calo delle entrate dalle attività in Cina e il ceo Borje Ekholm ha messo in guardia: è “prudente prevedere una quota di mercato sostanzialmente inferiore nella Cina continentale per le reti e i servizi digitali poiché la precedente decisione di escludere i fornitori cinesi dalle reti 5G svedesi potrebbe influenzare l’assegnazione delle quote di mercato”.

Contraccolpo amaro per Nokia

Mentre l’effetto del ban a Huawei dalle nuove reti mobili era atteso per Ericsson, per Nokia l’esclusione dai contratti è una sorpresa. Il vendor finlandese, anzi, poteva sperare di recuperare le quote di mercato perse dalla concorrente europea.

A luglio, infatti, Nokia si è aggiudicata (tramite Nokia Shanghai Bell) il suo primo contratto 5G per apparecchiature radio in Cina. L’azienda aveva ottenuto una quota (il 10,1%) in uno dei tre nuovi contratti assegnati dalla stessa China Mobile che ora l’ha esclusa. Ericsson aveva preso il 9,7%.

Già ad agosto, però, il trend innescato in Cina dal braccio di ferro commerciale e tecnologico è diventato palese: Ericsson si è aggiudicata il 3% di una gara per un progetto congiunto di China Telecom e China Unicom sul 5G Ran, mentre Nokia non ha ottenuto nulla.

A fine agosto Nokia ha deciso di sospendere le attività all’interno dell’alleanza O-Ran, gruppo chiave per lo sviluppo del settore delle apparecchiature di rete 5G a livello globale. Una scelta con cui il vendor ha dimostrato chiaramente i rischi per le aziende delle Tlc nell’era della trade war, divise tra la necessità di collaborare con le controparti cinesi e la minaccia delle sanzioni americane. Nel gruppo O-Ran Nokia si trovava a lavorare insieme alle cinesi Kindroid, che produce chip, Phytium, azienda dei supercomputer, e Inspur, produttore di server: tutte aziende sulla black list statunitense.

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