DATA PROTECTION

Green pass e privacy, meno della metà degli italiani ha chiara la questione

Secondo un’indagine di Cisco solo il 44% è informato sugli aspetti normativi. Il 56% teme l’uso illecito dei dati online attraverso l’intelligenza artificiale. Sempre più forte la richiesta di trasparenza e controllo sulle pratiche aziendali

Pubblicato il 06 Ott 2021

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Malgrado il 75% degli italiani percepisca positivamente le normative sulla privacy, solo il 44% dichiara di conoscerne le regole in maniera chiara e approfondita, superando di gran lunga Giappone, Cina, Brasile e Spagna (quest’ultima al 38%) ma indietro rispetto a Germania (46%), Francia (55%) e Regno Unito (58%).  Più della metà dei consumatori in Italia (56%) teme inoltre l’uso che può essere fatto dei dati personali tramite l’intelligenza artificiale.
È quanto emerge, rispetto allo scenario italiano, dal “Cisco 2021 Consumer Privacy Survey” (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO), l’annuale sondaggio condotto dal colosso americano che in questa edizione 2021 ha visto coinvolti 2600 consumatori in 12 Paesi del mondo, fra cui appunto l’Italia. L’indagine rivela anche che, sulla richiesta infine del Greenpass per ritornare al lavoro in presenza, gli italiani sono in testa rispetto al resto d’Europa con un netto 68% a supporto: la Germania è ferma al 48%, Francia e Uk rispettivamente al 50 e 51% e Spagna al 53%.

Richiesta di trasparenza e controllo

Dal rapporto, in particolare, si rileva che i consumatori vogliono trasparenza e controllo rispetto alle pratiche relative ai dati aziendali, mentre le leggi sulla privacy sono viste in modo molto positivo in tutto il mondo, anche se la consapevolezza di queste leggi rimane bassa. Nonostante la pandemia in corso, inoltre, la maggior parte dei consumatori desidera una riduzione minima o nulla della protezione della privacy, pur continuando a sostenere gli sforzi per la salute e la sicurezza pubblica. I consumatori, infine, sono molto preoccupati per l’uso delle loro informazioni personali nell’IA e l’abuso ha eroso la fiducia.

“Italiani fiduciosi sulla ripartenza, ma servono competenze”

La protezione della privacy continua a essere un problema critico per individui, organizzazioni e governi di tutto il mondo. A diciotto mesi dall’inizio della pandemia di Covid-19, le nostre informazioni sanitarie e lo stato di vaccinazione sono più che mai necessari per comprendere il virus, controllarne la diffusione e consentire ambienti più sicuri per il lavoro, l’apprendimento, la ricreazione e altre attività. Tuttavia, le persone vogliono che le protezioni della privacy siano mantenute e si aspettano che organizzazioni e governi mantengano i loro dati al sicuro e utilizzati solo per la risposta alla pandemia – spiega Cisco -. Inoltre, gli individui stanno adottando sempre più misure per proteggere se stessi e i propri dati”.

“Privacy e cybersicurezza sono pilastri imprescindibili per una buona e corretta ripartenza”, spiega l’amministratore delegato di Cisco Italia Gianmatteo Manghi.  “Anche in Italia c’è grande consapevolezza su questo tema, ma minore conoscenza delle norme e delle sue applicazioni”.  “I dati sul Greenpass indicano che i consumatori italiani hanno voglia di ripartire”, conclude  Manghi. “Servono però massicci investimenti in formazione e competenze”.

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