A giocarsela saranno Italia e Germania. O, almeno, a giudicare dalle voci di “corridoio” – quelle dei palazzi istituzionali e anche di un numero nutrito di addetti ai lavori. Il “dossier” Intel è ormai entrato nella fase cruciale e se è vero che il colosso dei chip non ha ancora deciso dove localizzare il proprio stabilimento produttivo in Europa – un affaire da 90 miliardi di euro – i botteghini danno per altamente probabile che Francia e Spagna, gli altri due Paesi in lizza, non ce la facciano a spuntarla sulle due potenze manifatturiere continentali, Germania e Italia, in ordine di classifica. Che potrebbero essere anche entrambe coinvolte nel progetto con una suddivisione per “competenze”.
Nel nostro Paese sono quattro le Regioni – Piemonte, Veneto, Sicilia e Puglia -che hanno manifestato interesse rispondendo alla “call” di Invitalia sia per la localizzazione della fabbrica di front end da 4 milioni di mq sia per quelle di back end (packaging, test e camere bianche) per un totale di 350mila mq.
Ma è soprattutto sul Piemonte che sono puntati i riflettori: è la regione più avanti nella “lavorazione” del dossier e quella che per tradizione nel campo dell’automotive, della produzione di componenti elettroniche e quindi per “ecosistema” meglio si presterebbe ad ospitare l’hub del colosso dei chip. A quanto risulta a CorCom al momento il cerchio si starebbe stringendo attorno a due località per quel che riguarda gli impianti di back end: San Giorgio Canavese e Settimo Torinese. Meno probabili Scarmagno e Vercelli, anch’esse però nella lista delle papabili stando a indiscrezioni di stampa.
Riguardo allo stabilimento di front end, quello di maggiori dimensioni da 4 milioni di mq, è in corso di individuazione la location, ma per il momento l’unica informazione che filtra è che difficilmente sarà Torino, alias l’area di Mirafiori di Stellantis. Ad ogni modo la partita entrerà nella fase cruciale di qui alle prossime settimane anche perché il Governo Draghi dovrà avere chiaro il quadro entro fine anno per sottoporre la propria candidatura formale con tanto di dettagli al colosso Intel che con il maxi investimento in Europa punta a raddoppiare la propria capacità produttiva entro il 2030. E per stringere sui tempi è stato chiamato a dire la sua, fra gli altri, anche Marco Gay, presidente di Anitec-Assinform nonché di Confindustria Piemonte e Ad di Digital Magics, con il ruolo di super esperto del settore. E al rettore del Politecnico di Torino Guido Saracco sarebbe stato affidato il compito di occuparsi della questione professionalità e competenze.
A Scarmagno una delle più grandi gigafactory d’Europa
Intanto è notizia certa la nascita, a Scarmagno, alle porte di Ivrea di una delle più grandi gigafactory d’Europa per la produzione e lo stoccaggio di batterie a ioni di litio per veicoli elettrici, con una produzione a regime di 45 Gwh e batterie per circa 550mila veicoli elettrici all’anno.
In campo Italvolt, la società di Lars Carlstrom, che ha annunciato oggi una partnership con il colosso Abb, multinazionale che opera nella robotica, nell’energia e nell’automazione in oltre 100 paesi. La gigafactory sarà situata nell’area ex Olivetti di Scarmagno e il nuovo impianto sarà progettato dalla divisione Pininfarina Architecture.
La partnership – si legge in una nota – punta su expertise nella progettazione e sviluppo di soluzioni di elettrificazione e automazione per il controllo,la distribuzione e la gestione dell’energia, l’ottimizzazione dei processi di produzione, oltre che l’efficienza energetica a lungo termine; consulenza sulla robotica e le operazioni automatizzate per il trasporto e la movimentazione del materiale nelle unità di processo dell’impianto; ricerca di soluzioni per la raccolta, l’elaborazione, l’archiviazione su cloud e l’analisi dei dati per la pianificazione della produzione, il controllo della qualità, la gestione, le operazioni e il reporting.