Prende il via la seconda fase di “Al lavoro 4.0”, il progetto di responsabilità sociale sviluppato da Digital360 in partnership con Caritas Ambrosiana e con la Fondazione San Carlo. Il programma offre un percorso di cinque mesi di formazione gratuita a 14 giovani dai 18 ai 25 anni che non lavorano né studiano (i cosiddetti “Neet” – Not in Education, Employment or Training) con il sostegno del Fondo Diamo Lavoro, lo strumento di politica attiva del lavoro promosso dalla Diocesi di Milano. Undici importanti realtà industriali del territorio lombardo hanno aderito al progetto e, dopo aver ospitato laboratori didattici o aver partecipato con i loro manager alle sessioni di formazione in aula, sono pronte ad accogliere i ragazzi per i tirocini di tre mesi, che concluderanno il percorso di cinque mesi di formazione teorico – pratica sull’Industria 4.0, mettendo a disposizione concrete opportunità di impiego.
Come funziona il programma
Al lavoro 4.0 è un’iniziativa che nasce dalla volontà di Digital360 (editore di CorCom) di fornire ad alcuni giovani senza occupazione l’opportunità di accesso al mercato del lavoro nel settore manifatturiero ed alle nuove professioni create dal digitale. Caritas Ambrosiana e Fondazione San Carlo hanno identificato i giovani interessati attraverso la rete capillare di centri di assistenza e di ascolto. Il programma di formazione, iniziato a maggio con una classe multietnica composta da 14 giovani dell’età media di 21 anni, riparte dopo la pausa estiva per concludere le prime 400 ore di lezioni teoriche, esercitazioni pratiche e laboratori su temi dell‘innovazione digitale e dell’Industria 4.0, tenuti (completamente pro bono) da docenti universitari, professionisti specializzati e manager di impresa.
Grazie all’adesione di VarGroup, Torneria Automatica Colombo, Pony, Linde Italia, Rold, Trillium, Fluid-o-tech, Sew Eurodrive, Schneider, Smc e Argo, da novembre inizieranno i tirocini retribuiti in azienda, che permetteranno ai ragazzi di acquisire competenze e know-how pratico, con l’obiettivo finale di inserimento lavorativo con profili operativi, come quelli di “addetto al montaggio e procedure di qualità”, “addetto alle lavorazioni meccaniche”, “operatore controllo qualità e misure” o “addetto logistica interna”. L’indennità di frequenza per le giornate di formazione e la retribuzione per il tirocinio (da 400 a 500 euro al mese comprensive di buono pasto per 30 ora settimanali) sono stati finanziati dal “Fondo Diamo Lavoro” gestito da Caritas Ambrosiana.
“Con Al Lavoro 4.0 vogliamo dare un piccolo ma concreto contributo al grande problema dei Neet in Italia, sfruttando le nuove opportunità professionali che la trasformazione digitale in atto sta aprendo e inserendo in imprese avanzate giovani che, anche se fino ad oggi non sono riusciti a trovare un’occupazione stabile, hanno una spiccata sensibilità nativa per il digitale e che stanno seguendo un percorso specializzato sui temi dell’industria 4.0”, spiega Andrea Rangone, Presidente di Digital360. “I risultati della prima parte del percorso sono molto incoraggianti e ora si entra nel vivo con i tirocini finalizzati a concrete opportunità di assunzione. Siamo felici che diverse imprese manifatturiere avanzate del territorio lombardo abbiano creduto nel progetto e condividano con noi questo obiettivo”.
Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, aggiunge: “La ripresa dell’economia dipenderà dal mercato e dalla capacità delle imprese di interpretarlo. Il nostro compito è di fare in modo che nessuno sia escluso da queste opportunità. Per questo abbiamo cercato in questi mesi partner con i quali permettere a chi per varie ragioni è tenuto ai margini del mercato del lavoro, in particolare i giovani, di mettersi in gioco. Ci auguriamo che anche altri vogliano seguire l’esempio di Digital360. Abbiamo una rete capillare di centri di ascolto in grado di intercettare le persone che cercano lavoro, le risorse per finanziare i tirocini sollevando le imprese da ogni onere. Occorrono imprenditori, come quelli coinvolti da Digital360, che abbiano voglia di crederci”.