Tra il 2016 e il 2020 i ricavi delle telco sono complessivamente diminuiti a un tasso medio ponderato del 2,7%, con la rete mobile in maggior affanno (-5,2%) rispetto alla fissa (- 0,3%).
Nel primo semestre 2021 i ricavi domestici dei principali operatori italiani hanno proseguito il trend calante, scendendo complessivamente dell’1,8%, con la contrazione più ampia per la rete mobile (-5,4%).
Lo rivela la nuova indagine annuale dell’Area Studi Mediobanca sui 27 maggiori gruppi mondiali del settore delle telecomunicazioni negli anni 2016-2020 e nei primi sei mesi del 2021 (QUI LO STUDIO COMPLETO).
In Italia nel primo semestre di quest’anno il calo del fatturato nei servizi mobili è concentrato nei primi 3 operatori (Tim, Wind Tre e Vodafone) con una diminuzione cumulata di 420 milioni di euro. Altalenante l’andamento dei ricavi: continua la crescita di Iliad (+23,9% sul primo semestre 2020), in aumento anche Fastweb (+6,9%), in calo Tim (-0,4% la business unit italiana), Vodafone (-5,2%) e Wind Tre (- 10,3%).
In Italia la crescita dei numeri del comparto fisso nel primo semestre 2021 (+1,2%) deve però fare i conti con la scelta dei principali operatori di allineare al ribasso i rispettivi piani tariffari a partire dal terzo trimestre 2021, in attesa del lancio dei servizi fibra da parte di nuovi attori. L’inasprimento del contesto competitivo e la necessità di nuovi investimenti volti all’implementazione su larga scala del 5G e all’incremento della diffusione della fibra rendono improcrastinabile per il settore l’esigenza di cogliere le opportunità di crescita provenienti dalle nuove tecnologie digitali (tra cui cloud, Ai e servizi Ict) nel prossimo futuro, sottolinea lo studio di Mediobanca.
Nella ripresa dei ricavi dominio Usa-Cina
L’andamento medio delle telco italiane contrasta con il trend dei ricavi su scala mondiale. Nel primo semestre 2021 il fatturato aggregato dei 27 principali operatori ha invertito la rotta (+4,8% rispetto al primo semestre 2020) portandosi a 555,5 miliardi di euro. Il risultato si deve soprattutto alla crescita dell’8,5% dell’Asia & Pacifico (236,1 miliardi di euro) alimentata a sa volta dalle telco cinesi (+12,7%). Bene anche i player delle Americhe (in crescita del 4,5% a 168 miliardi di euro), con l’Europa ancora al palo (-0,5%) con un fatturato aggregato di 151,4 miliardi di euro.
In Europa investimenti a +20% per recuperare i ritardi sul 5G
Sempre nel primo semestre 2021 gli investimenti sono calati del 2,5%, con i tagli maggiori per Americhe e Asia & Pacifico (rispettivamente -11,1% e -10,1%), ma sono cresciuti del 20,6% per l’Europa che deve recuperare i ritardi nella diffusione del 5G, soprattutto nel confronto con Cina e Corea del Sud dove la penetrazione della nuova tecnologia (25,3% e 32,4% a fine giugno 2021) è ben superiore alla media mondiale (5,7%) ed europea (1,6%).
In Europa, Deutsche Telekom domina la classifica con ricavi nel primo semestre 2021 pari a 53 miliardi di euro (+1,2% sul primo semestre 2020, su base omogenea), seguita da Vodafone con 22,3 miliardi (+2,3%), Orange 20,9 miliardi (+0,5%), Telefònica 20,8 miliardi (-4%), BT Group 11,5 miliardi (-4,8%) e Tim 7,6 miliardi (-2,4%).
Conti in sofferenza per le offerte “a pacchetto”
Nonostante il traffico dati sia aumentato ovunque nel mondo, le telco hanno reagito positivamente all’emergenza in termini di tenuta e qualità del servizio offerto. I conti economici degli operatori del settore sono stati però gravati dall’aumento dei costi e dall’appiattimento dei ricavi favorito dall’ampia diffusione delle offerte “a pacchetto”. Solo le telco asiatiche hanno chiuso i 12 mesi del 2020 con ricavi stazionari (+0,2%), mentre i fatturati dei gruppi americani ed europei sono diminuiti, rispettivamente, del 3,7% e del 3,0%.
Nel 2020 i ricavi aggregati delle 27 principali telco mondiali sono stati pari a 1.080 miliardi di euro, in diminuzione dell’1,9% sul 2019, ma in crescita dell’1,4% rispetto al 2016. Inferiore la performance dei 10 big player europei delle telco, con ricavi diminuiti del 7% rispetto al 2016.
La classifica mondiale delle telco per ricavi: da At&t a Tim
At&t (140 miliardi di euro nel 2020) guida la classifica mondiale per ricavi che vede nelle prime 17 posizioni 7 gruppi asiatici e 6 europei (con Tim 17esima). Seguono Verizon (104,5 miliardi) e Deutsche Telekom (101 miliardi). Lo scorporo di Warner Media da parte della At&t e la cessione di Aol e Yahoo da parte di Verizon nel 2021 sanciscono la possibile fine dell’idillio nella convergenza tra le telco e la produzione di contenuti, con gli accordi di distribuzione tra i due settori che divengono ora la strada più percorsa.
In Italia la maggiore contrazione dei ricavi tra il 2016 e il 2020
Diminuiscono ovunque i ricavi della telefonia in Europa. Il primo mercato è quello tedesco con ricavi per 57 miliardi di euro (-0,8% sul 2019), seguito dal Regno Unito (35,1 miliardi esclusa la vendita di apparati i cui importi non sono disponibili; -1,8%) e Francia (35,2 miliardi; -0,4%). Nonostante la diversa popolosità dei due Paesi, Spagna e Italia si contendono la 4a piazza in Europa con, rispettivamente, 28,8 miliardi (-3,8%) e 28,6 miliardi (-4,8%). All’Italia tocca la maggiore contrazione dei ricavi tra il 2016 e il 2020 (-10,3%).
La redditività delle telco: in Europa guida Telenor
La redditività industriale è rimasta stabile tra il 2016 e il 2020 con l’ebit margin a quota 14,8%. Per le telco europee l’ebit margin, sebbene in miglioramento di 120 b.p., è inferiore e pari al 12,8%, a causa della forte concorrenza degli ultimi anni, come si evince dai prezzi in continua flessione dei principali servizi, specialmente in Italia.
In Europa, sul podio della redditività nel 2020 salgono: Telenor (ebit margin al 19,9%), Liberty G. (19,5%) e Swisscom (17,5%). Tra i principali operatori internazionali Verizon vanta i margini industriali più elevati (ebit margin al 23,1%), seguita dalla giapponese Kddi (19,6%).
Sul fronte patrimoniale, Swisscom ha la struttura finanziaria più solida (debiti finanziari sul capitale netto al 95,2%) con Tim al 104,9% e Telenor agli antipodi (343%), seguita da Telefònica (305%) e Altice Europe con patrimonio negativo.
I principali operatori in Italia nel 2020
Tim (business unit italiana) è prima per fatturato (12 miliardi; -8,4% sul 2019) davanti a Vodafone (5,1 miliardi; -9,4%), Wind Tre (4,9 miliardi; -3,7%) e Fastweb (2,3 miliardi; +3,6%), con Iliad in 5a posizione (0,7 miliardi; +58,3%). Escludendo le start-up (Iliad e Open Fiber) e le più piccole Eolo, PosteMobile e Linkem, nel quinquennio Fastweb è l’unica a crescere (+28%), con investimenti industriali superiori alla media italiana.
Wind Tre è l’operatore con l’ebit margin più elevato (17,4%) seguito da BT Italia (16,6%) e Tim (13,4%), con gli utili di Wind Tre in spolvero (+414%) grazie ai minori interessi passivi iscritti a bilancio dopo la ristrutturazione dell’indebitamento realizzata nel 2019.