Fare il punto sulle aree bianche per capire quante e quali sono le zone non raggiunte dal piano ultralarga. Il Comitato interministeriale per la Transizione Digitale ha affidato a Infratel – la in house del Mise guidata da Marco Bellezza –l’attività di aggiornamento della mappatura che ovviamente non tiene conto del piano portato avanti da Open Fiber oggetto della Strategia avviata nel 2016.
La mappa è necessaria per capire come utilizzare al meglio i fondi per la banda ultralarga previsti nel Pnrr e che confluiranno nel Piano Italia a 1 Giga presentato dal ministro per l’Innovazione Vittorio Colao e approvato lo scorso 27 luglio volto a garantire la velocità ad almeno 1 Gbit/s in download e 200 Mbit/s in upload: già effettuata la mappatura delle aree grigie e nere e questa ulteriore porzione servirà a individuare gli investimenti già messi in campo dagli operatori di qui ai prossimi cinque anni per avere un quadro previsionale il più possibile corrispondente alla reale situazione territoriale.
“Scopo della mappatura, che sarà svolta in linea con quanto previsto ai paragrafi 51, 63 e 78 degli “Orientamenti dell’unione Europea relativi all’applicazione delle norme in materia di aiuti di Stato in relazione allo sviluppo rapido di reti a Banda Larga” (2013C-25/01) (“Orientamenti Europei”), è quello di individuare i civici presenti nelle suddette aree che sono rimaste fuori dall’intervento pubblico affidato, nel 2016, alla concessionaria Open Fiber e che, al contempo, non sono state ancora raggiunte, né lo saranno nei prossimi 5 anni, da investimenti privati idonei a garantire una velocità di connessione in download di almeno 300 Mbit/s nell’ora di picco del traffico”, si legge nel documento pubblicato sul sito Bandaultralarga.Italia.it.
I piani di investimento privati dichiarati dagli operatori dovranno essere “chiaramente riferibili a decisioni strategiche ed esecutive, completamente finanziate e adottate dai competenti organi di indirizzo e gestione delle imprese, indicando sia le coperture di rete attuali alla data del 30 settembre 2021, sia quelle previste per i prossimi cinque anni”. In particolare, dovrà essere fornito il piano dettagliato degli investimenti, “che includa per ogni fase di attuazione le date di inizio e completamento e gli elementi che ne evidenzino la concreta attuabilità, suddiviso negli anni per macrocategorie e relativi finanziamenti, approvati dagli organi competenti. Gli operatori dovranno indicare nero su bianco anche architettura e struttura della rete sul territorio (numero siti, dislocazione territoriale, tipologia link di backhaul, apparati di trasporto, Ppo e relativo posizionamento), apparati e tecnologie previste nonché il dimensionamento dei siti radio (con evidenza dei metodi e parametri utilizzati per le simulazioni radioelettriche) in termini di numero medio di utenti per sito e per antenna, coerente con quanto fornito nei questionari compilati per civico e dimensionamento della banda, della rete dati e di trasporto.
Gli operatori dovranno anche trasmettere a Infratel Italia, con periodicità almeno semestrale, un aggiornamento sullo stato di avanzamento dei piani dichiarati. E nel caso in cui l’operatore non attui il piano dichiarato o non fornisca gli aggiornamenti, la stazione appaltante procederà con l’ampliamento del piano di intervento pubblico anche in quelle aree. E nel caso di condotte non in linea con quanto dichiarato si provvederà a segnalazione alle competenti autorità di regolazione del settore. I dati dovranno essere caricati dagli operatori sulla piattaforma attiva dal 13 ottobre e fino al 15 novembre prossimo.
La revisione della normativa Ue sugli aiuti di Stato
La vice presidente Ue, Margrethe Vestager, rispondendo all’interrogazione di un gruppo di europarlamentari sulle misure che la Commissione prevede per accelerare la revisione in corso degli orientamenti sugli aiuti di Stato per il settore ha ricordato che “il 29 luglio 2021 la Commissione europea ha pubblicato la tabella di marcia per la revisione degli orientamenti e prevede di avviare in autunno una consultazione di tutte le parti interessate su un progetto di testo rivisto“. Nel frattempo”la pratica recente dei casi, in particolare le decisioni di approvazione degli aiuti di Stato per le aree grigie di accesso di nuova generazione per la Germania e la Spagna, mostra che già gli attuali orientamenti sulla banda larga offrono una flessibilità significativa per promuovere gli investimenti nell’infrastruttura Gigabit”.
Gli Stati membri “possono anche fare riferimento al modello di guida sugli aiuti di Stato del meccanismo di recupero e resilienza sulle reti di comunicazione”, pubblicato lo scorso marzo.